Legge di stabilità: giovani agricoltori, bene emendamenti su affiancamento junior/senior e Banca delle terre agricole

Due importanti emendamenti trovano spazio nel collegato agricolo alla legge di Stabilità, due misure di grande interesse per i giovani imprenditori agricoli italiani. Si tratta, nello specifico, della “Società di affiancamento per le terre agricole” e l’istituzione della “Banca delle Terre Agricole”. La prima, proposta dal ministero delle Politiche agricole e da quello dell’Economia, mira a favorire il ricambio generazionale favorendo l’affiancamento in azienda di un giovane tra i 18 e i 40 anni con un agricoltore over 65. La seconda prevede la creazione presso lsmea di una Banca, che ha l’obiettivo di costruire un inventario completo della domanda e dell’offerta dei terreni e delle aziende agricole disponibili per avvenuto abbandono o perché è sopraggiunto il prepensionamento del precedente titolare dell’impresa.

“Plauso – Il nostro plauso va all’attività parlamentare che accoglie queste due nostre proposte che avanziamo da circa dieci anni”. Questo il commento di Maria Pirrone, presidente dell’Agia-Associazione giovani imprenditori agricoli della Cia, che aggiunge “agevolare l’affiancamento in azienda tra junior/senior è uno strumento efficace per favorire concretamente il ricambio generazionale in agricoltura, che rimane uno dei principali problemi che blocca lo sviluppo del settore in Italia”. “Tra l’altro -continua il presidente di Agia-Cia- è un’opportunità che bene si integra con le altre misure previste per incentivare l’ingresso dei giovani nei comparti agricoli”.

Ricordiamo che gli agricoltori ‘under 40’, nel nostro Paese, oggi sono solo 14 ogni 100 titolari d’azienda over 65. “Siamo convinti -spiega il presidente Pirrone- che il ricambio generazionale si fa con la terra, il credito e la formazione. In questa ottica l’istituzione della Banca per i terreni diventa importantissima. “Confidiamo -conclude il presidente dell’Associazione giovani della Cia- che si trovi il modo di estendere la vendita dei terreni anche alla possibilità dell’affitto. Perché gli startupper, molto spesso e ovviamente, non hanno a disposizione capitali tali per poter procedere all’acquisto diretto di terra”.

 

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