Sisma Centro Italia. Fra gli agricoltori una rete di solidarietà

La terra continua a tremare nel Centro Italia. Dopo il terremoto dello scorso 24 agosto, nuovi eventi sismici fra Umbria, Marche e Lazio il 26 ottobre e domenica 30 ottobre, con epicentro a Norcia, dove si è registrata una scossa di magnitudo 6.5, il sisma più forte in Italia da quello dell’Irpina nel 1980. Nessuna vittima a causa del terremoto, ma feriti e danni molto gravi alle abitazioni, ai centri storici, al patrimonio artistico ed architettonico, alle aziende agricole e allevamenti della zona. La basilica di San Benedetto nel cuore di Norcia venuta giù ed il monte Vettore spaccato in due, sono un po’ i simboli dell’ultimo sisma, anche se le scosse continuano purtroppo ogni giorno e si contano decine di migliaia gli sfollati.

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Prosciuttificio colpito dal sisma a Norcia

Stalle in ginocchio Seriamente danneggiate le aziende agricole e gli allevamenti: siamo in una delle zone simbolo di eccellenza agroalimentare. Qui si produce il celebre prosciutto di Norcia e la lenticchia di Castelluccio di Norcia, un borgo a 1400 metri di altezza, per gran parte raso al suolo. Per gli allevamenti nell’altopiano sopra Norcia e al confine tra Marche e Umbria la situazione, dopo il terremoto di fine ottobre è molto critica. Le frane hanno isolato molte aziende zootecniche e caseifici – come riferisce la direzione regionale della Cia Umbria – e manca l’acqua, sia per dissetare gli stessi allevatori e casari sia per le stalle. E senza l’acqua non si tengono gli animali. Le prime notti per gli allevatori sono state insonni, per non far scappare il bestiame dalle aziende che non hanno recinti in quanto privilegiano l’allevamento allo stato brado. La produzione del prosciutto di Norcia Igp, – secondo quanto stima la Coldiretti – che, con 2350 tonnellate fattura oltre 50 milioni di euro, oltre a rappresentare un patrimonio culturale del paese, oltre che economico ed occupazionale.

Criticità Leonardo Laureti, responsabile di zona della Cia, racconta che le criticità sono nelle parti più alte (Castelluccio) dove si trovano aziende bovine, e i problemi principali sono per il ricovero degli animali, e la gestione del latte, con eventuali problemi di malattie. «E’ necessario trovare soluzioni in tempi rapidi – dice – per il ricovero degli animali. Mentre problemi a Norcia riguardano alcuni prosciuttifici che sono stati colpiti pesantemente dal sisma, è a rischio la stagionatura dei prosciutti».

Solidarietà fra agricoltori  Intanto è stata organizzata una rete di solidarietà fra allevatori e agricoltori, coordinata dalla Cia e altre organizzazioni agricole, che prevede la possibilità di consegnare direttamente fieno, farine o cereali per l’alimentazione animale agli allevamenti colpiti dal sisma che ne avessero bisogno (info ai numeri 075.5002953 e 335.1251250). «Le strutture, ma anche le abitazioni – ci spiega Raffaele Capponi, tecnico Cia che sta monitorando i danni proprio a Norcia – hanno complessivamente retto. Se si considera la violenza di questo terremoto, possiamo dire che la quasi totalità delle strutture, seppur danneggiate, hanno retto al crollo; grazie alle misure antisismiche apportate dopo gli eventi sismici del 1979 e del 1997».  A Castelluccio, ad esempio, non sono andate distrutte le stalle perché già costruite in legno e con tecniche antisismiche. Anche i frantoi umbri continuano la loro attività per la produzione del rinomato olio extravergine perché situati in zone non interessate da attività sismica. «Il problema principale – continua Capponi – sono gli allevamenti ovini e bovini che sono situati alto ed in questi giorni saranno portati a valle. Le pecore saranno trasportate con la transumanza, in un viaggio di mezza giornata; mentre i bovini saranno portati con i camion. Intanto si è iniziato a montare strutture di ricovero per l’emergenza: stalle a tunnel modulari per i bovini e animali di grossa taglia. Mentre per gli allevamenti ovini e suini si stanno allestendo ricoveri di emergenza (a cura dei tecnici dell’Agenzia regionale forestale) che verranno realizzate proprio nelle aziende con stalle danneggiate a Norcia».

Decreto emergenza Nelle ore successive al sisma sono state decise immediate azioni a sostegno del sistema agricolo e allevatoriale per le zone colpite: innanzitutto una misura urgente – spiega l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini – messa a disposizione dal Ministero per la copertura del mancato reddito degli allevamenti, con un aiuto a capo bovino di circa 400 euro e aiuti in fase di valutazione per ovini e suini». Intanto il 4 novembre è stato approvato dal Consiglio dei Ministri il decreto per l’emergenza terremoto: «Il decreto – commenta Cecchini – ci consente di intervenire in tempi più rapidi e in maniera efficace, con risorse e procedure semplificate, per superare la grave emergenza di questi ultimi giorni, mettendo al sicuro agricoltori e allevatori e i capi di bestiame rimasti senza un tetto e riprendere al più presto l’attività produttiva».

 

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