Piano Lupo rinviato. No ad abbattimenti controllati. Animalisti esultano, gli allevatori tremano

lupoNon si riapre la caccia al lupo. Le Regioni, dopo l’ondata di proteste di cittadini e ambientalisti, hanno chiesto e ottenuto dal Ministero dell’Ambiente di rinviare l’approvazione del Piano per la conservazione del lupo, che permetteva gli abbattimenti controllati. Il Piano sarà ridiscusso e votato il 23 febbraio prossimo. Ma quasi certamente, hanno fatto capire le Regioni, la riapertura della caccia sarà eliminata, mentre verranno mantenute tutte le altre misure per permettere la convivenza fra lupi e bestiame. Esultano gli ambientalisti, mentre gli allevatori chiedono che si tutelino anche greggi e mandrie.

La decisione La svolta è arrivata  alla Conferenza delle Regioni a Roma. Il presidente Stefano Bonaccini (governatore dell’Emilia Romagna), ricevendo le associazioni ambientaliste, ha annunciato che avrebbe chiesto al Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, un rinvio dell’approvazione del Piano. «Vogliamo approfondire la discussione – ha detto -. Ci sono alcune misure che rischiano di non essere convincenti». Il messaggio politico era chiaro: va bene il piano, ma i lupi non si toccano. Il ministero, che aveva difeso fino all’ultimo la possibilità degli abbattimenti, nel pomeriggio alla Stato-Regioni ha accettato di rinviare il voto al 23 febbraio. «Spero che il rinvio – ha commentato Galletti – serva a restituire la giusta serenità al dibattito e a far guardare tutti alla realtà dei fatti: non c’è nessuna riapertura della caccia al lupo, ma ventidue misure di grande valore scientifico che salvano la specie».

Paura tra gli allevatori «Ora occorre salvare le mandrie con i vitelli ed i greggi di pecore che stanno subendo una vera e propria strage nell’indifferenza generale, provocando lo spopolamento delle montagne dove hanno chiuso almeno 1/3 delle aziende agricole negli ultimi 10 anni». E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al rinvio del Piano Lupo. «Dalle Regioni – sottolinea Coldiretti – ci attendiamo ora la stessa responsabilità nella difesa degli allevamenti e dei pastori e allevatori che con coraggio continuano a presidiare le montagne e a garantire la bellezza del paesaggio».

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