Riso: Cia, battaglia non conclusa. Si adotti clausola di salvaguardia. Delusione Confagricoltura: ripristinare dazi

Ancora non è possibile mettere la parola fine alle importazioni a dazio zero di riso dai Paesi del Sud-Est asiatico. La mancanza di una maggioranza qualificata, alla riunione del Comitato Ue, non ha consentito l’approvazione definitiva della clausola di salvaguardia, rimandando la decisione finale al Collegio dei Commissari. Cia-Agricoltori Italiani commenta così il risultato del voto di oggi a Bruxelles, concluso con 13 Paesi favorevoli, 8 contrari e 7 astenuti.

«Auspichiamo, quindi, che entro dicembre si raggiunga l’accordo per adottare la misura ripristinando i dazi sull’import da Cambogia e Birmania -commenta il presidente nazionale Cia, Dino Scanavino-. Da parte nostra, continuiamo la nostra battaglia per dire basta al flusso enorme di riso asiatico che, entrando in Europa a prezzi troppo bassi, ha portato a una sorta di concorrenza sleale danneggiando i nostri agricoltori».

L’Italia resta il primo Paese produttore di riso comunitario, con circa 230.000 ettari seminati e una produzione stabilmente superiore al milione e mezzo di tonnellate.

Resta inteso che, per Cia, è fondamentale il ritorno dei dazi alle importazioni di riso dal Sud-Est asiatico a 175 euro a tonnellata, non solo per il primo anno ma anche per gli anni successivi.

Confagricoltura ha accolto con grande delusione l’assenza di parere al Comitato “Sistema Preferenze Generalizzate” che si è registrata oggi, a Bruxelles, sulla proposta di ripristino dei dazi sulle importazioni in Europa di riso da Cambogia e Myanmar. In occasione della riunione tredici Paesi hanno votato a favore, otto contro e sette si sono astenuti. In mancanza di una maggioranza qualificata, la decisione spetta ora alla Commissione europea. “Come consentito dalle procedure vigenti, sollecitiamo la Commissione a varare il regolamento di esecuzione con il ripristino dei dazi. E’ un atto dovuto nei riguardi dei risicoltori italiani ed europei”, ha dichiarato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.

Chiediamo alla Commissione di essere coerente con i risultati dell’indagine diffusa poche settimane fa che ha dimostrato con chiarezza che il riso Indica prodotto in Cambogia e Myanmar arriva sul mercato della Ue in volumi e livelli di prezzo tali da determinare serie difficoltà agli operatori europei del settore. E che pertanto, ricorrono tutte le condizioni previste per il rispristino dei dazi nel triennio 2019-2022.

“Sono convinto – ha aggiunto Giansanti – che avremo il sostegno anche dei membri italiani del parlamento europeo”. Confagricoltura ricorda che, secondo i dati della Commissione europea, nel periodo settembre 2012-agosto 2017 l’import da Cambogia e Myanmar è via via aumentato fino ad incidere per più del 30 per cento sul totale delle importazioni. Nello stesso periodo, la produzione della UE è crollata del 40 per cento e dal lato dei prezzi si è registrata una diminuzione tra il 20 e il 40 per cento. “Siamo fiduciosi – ha concluso il presidente di Confagricoltura – che la Commissione UE saprà dare certezza e valore alla produzione di riso italiano”.

 

 

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