Italia – Cina, il vino traina l’export agroalimentare. Vale il 30 per cento

Nell’ultimo anno, i prodotti agroalimentari Made in Italy esportati in Cina sono valsi 440 milioni di euro, mentre l’import di cibo e bevande dalla Cina ha toccato quota 595 milioni di euro. Sono i dati diffusi dall’Ufficio Studi di Cia-Agricoltori Italiani in occasione della visita di Stato del presidente Xi Jinping a Roma.

L’interscambio commerciale agroalimentare Italia-Cina, quindi, si è chiuso a favore di Pechino per una valore di 154,5 milioni di euro nel 2018. Bisogna precisare, però, che a incidere sul saldo commerciale negativo per l’Italia -spiega l’Ufficio Studi Cia-Agricoltori Italiani- è stato il peso importante (33%) esercitato dalla categoria “animali da pellicceria e pelli da pelliccia” all’interno della categoria prodotti agroalimentari Made in China.

D’altra parte -osserva l’analisi Cia- dal 2010 ad oggi l’incremento delle esportazioni ha più che quintuplicato quello delle importazioni. Infatti, fatto cento il valore di entrambi i flussi commerciali, mentre gli arrivi da Pechino sono aumentati del 19%, le vendite estere sono cresciute del 129%. Con un valore di 127 milioni di euro nel 2018, è il vino il prodotto Made in Italy più esportato in Cina, spinto soprattutto dalle bollicine -evidenzia l’Ufficio Studi Cia-Agricoltori Italiani-. Il vino incide per un terzo sull’export complessivo (29%), tanto che l’Italia è diventata il quinto fornitore di vino in Cina. Seguono a distanza, nelle esportazioni verso Pechino, il comparto lattiero-caseario (33 milioni di euro) e l’olio d’oliva (27 milioni), che insieme valgono circa il 15% dell’export agroalimentare italiano in Cina.

 

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