I dazi di Trump contro i formaggi italiani. Raimondo (Consorzio Mozzarella di Bufala): a rischio l’export delle nostre eccellenze

Bloccare il piano di dazi aggiuntivi degli Stati Uniti contro i formaggi italiani e tutelare il Made in Italy. È l’appello di Domenico Raimondo, presidente dell’Associazione dei Formaggi Italiani Dop e Igp (Afidop), nonché alla guida del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop, che si unisce al coro di proteste del settore lattiero caseario italiano nei confronti dell’offensiva Usa.

Raimondo ha incontrato il Ministro delle Politiche agricole Gian Marco Centinaio, durante l’assemblea annuale di Afidop, che si è svolta nella Reggia di Caserta, sede del Consorzio Mozzarella Dop.

Al centro del colloquio la difesa delle eccellenze italiane e la preoccupazione per l’iniziativa del Governo Usa, che lo scorso aprile ha diffuso una lista di prodotti europei che potrebbero essere soggetti a dazi aggiuntivi, a seguito della disputa Usa-Ue sugli aiuti di stato al settore aeronautico. Nella blacklist sono presenti anche alcuni formaggi Dop, ma è l’intero sistema Dop e Igp europeo ad essere minacciato dagli Usa: il Consortium of Common Food Names (CCFN) ha chiesto a Trump infatti di bloccare le importazioni di tutti i formaggi dall’Unione europea in risposta ad un atteggiamento considerato eccessivamente protezionistico dell’Unione europea su Dop e Igp«A loro avviso, i formaggi Dop e i tarocchi statunitensi che sfruttano la fama delle nostre specialità possono e devono coesistere senza distinguo nel mercato statunitense, in quello europeo e in qualsiasi parte del mondo – commenta il presidente Raimondo – Una posizione inaccettabile e da contrastare con rapidità e impegno di tutti».

Raimondo incalza: «Nonostante non si conosca ancora l’entità delle imposte che gli Usa intenderebbero introdurre, l’applicazione di dazi aggiuntivi rispetto a quelli già previsti rappresenterebbe un duro colpo per le esportazioni di prodotti lattiero caseari italiani negli Stati Uniti, primo mercato di sbocco extracomunitario per i nostri formaggi, che copre il 10% del valore complessivo delle vendite all’estero. Nel 2018 i nostri imprenditori hanno esportato più di 31 milioni di chili di formaggio, per un valore complessivo di più di 272 milioni di euro».

Afidop si rivolgerà anche ai neo eletti eurodeputati, «affinché l’Ue faccia sentire forte e compatta la sua voce – chiede Raimondo e aggiunge -. Ringrazio il ministro Centinaio, che ha mostrato grande sensibilità e sostegno a questa battaglia da condurre tutti insieme».

Lo scenario paventato renderebbe vani i grandi sforzi che ciascun Consorzio ha fatto per tutelare una Dop o una Igp nel mondo, così come gli ingenti investimenti sostenuti dalle aziende che hanno creduto nel sistema di qualità europeo.

«Bisogna bloccare subito l’iniziativa, per questo è fondamentale il supporto delle istituzioni nazionali e comunitarie, per scongiurare uno scenario che sarebbe disastroso per la tutela del Made in Italy», conclude Raimondo.

LO SCENARIO Circa il 90% delle esportazioni del settore lattiero caseario sono formaggi, la categoria più esportata che contribuisse alla diffusione del Made in Italy nel mondo. Lo scorso anno sono state esportate 418 mila tonnellate di prodotto per un valore di più di 2,8 miliardi di euro. In questo caso, il saldo della bilancia commerciale è positivo: +1 miliardo di euro.

L’incremento dell’export di formaggi nel 2018 è stato solo dello 0,7%, ma questo è dovuto principalmente al calo registrato nel Regno Unito (-8%) e negli Stati Uniti (-15%), rispettivamente la nostra terza e quarta destinazione. Nel primo caso si è risentiti dell’incertezza Brexit; nel secondo del crollo degli acquisti di Pecorino Romano che hanno segnato un -40% sull’anno precedente.

 

 

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