Peste suina. Cia: maggiori controlli alle frontiere. Confagricoltura: non abbassare la guardia

Maggiori controlli alle frontiere su materie prime agroalimentari. E tracciabilità del prodotto finale”. Così Cia-Agricoltori Italiani commenta il maxi sequestro da parte della Guardia di finanza di Padova di 10 tonnellate di carni suine, importate dall’Olanda ma provenienti dalla Cina, subito incenerite in via precauzionale, in quanto potenzialmente contaminate dalla peste suina, malattia altamente contagiosa che si sta espandendo nel Paese del Dragone.

“Le nostre aziende agricole sono sottoposte a decine di verifiche l’anno da parte delle autorità competenti, motivo per cui sono garantite mediante tutte le certificazioni del caso -aggiunge Cia-. Lo stesso deve avvenire per le carni provenienti dall’estero”.

Avanti, poi, sulla tracciabilità. “Solo il 10% dei consumatori legge abitualmente le etichette al momento di fare un acquisto -aggiunge Cia-. Mentre bisogna portare avanti una nuova coscienza, a tutela dei consumatori, sulla provenienza degli alimenti”.

CONFAGRICOLTURA: NON ABBASSARE LA GUARDIA Confagricoltura è molto preoccupata per il sequestro in Veneto di carni suine importate dall’Olanda e provenienti dalla Cina, Paese con una grave situazione di espansione dell’epidemia di Peste Suina Africana, e che è stato deciso di distruggere in via precauzionale. “Le misure preventive prese dalle istituzioni che presidiano il sistema dei controlli sono state efficaci e tempestive – commenta Confagricoltura – ma questo episodio deve indurci a non abbassare la guardia vista la continuità ormai dei mercati e l’intenso traffico di carni”.

L’eventuale diffusione della Peste Suina Africana in Italia significherebbe la fine di un comparto essenziale del nostro agroalimentare, che può contare su quasi 9 milioni di capi allevati e che vale oltre 11 miliardi di euro, tra produzione di carne suinicola e fatturato dell’industria di trasformazione, e oltre a 1,6 miliardi di export. Il settore inoltre incide per il 6% sul fatturato dell’industria agroalimentare ed impegna circa 25.000 allevamenti, 1500 macelli e 3500 imprese di trasformazione.

“Dobbiamo intensificare i controlli e le ispezioni, prevedendo un coordinamento tra tutti i Paesi della Ue”, aggiunge Confagricoltura, che già alla fine del 2018, nel corso di un convegno a Palazzo Della Valle, aveva coinvolto sia le associazioni dei trasportatori sia quelle della caccia, insistendo perché venisse previsto dal ministero della Salute un Piano nazionale di sorveglianza e prevenzione.

E’ essenziale inoltre – a parere di Confagricoltura – richiamare ai propri compiti di sorveglianza e monitoraggio i Paesi membri, nel caso di specie l’Olanda, ad intensificare i controlli della carne proveniente dall’estero nei propri Posti d’Ispezione Frontaliera per impedire l’accesso di prodotto non controllato. Analogamente andrebbero intensificati i controlli sui destinatari della carne proveniente dalla Cina e che alimentano la domanda di un prodotto potenzialmente devastante per la nostra filiera suinicola.

Il Piano nazionale, come ci è stato comunicato ieri, è stato praticamente approvato dalla Commissione europea. E’ necessario ora che venga applicato al più presto, soprattutto per il controllo alle frontiere e quello della fauna selvatica, visto anche l’avanzamento della malattia dai Paesi dell’Est Europa verso il nostro Paese.

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