Stop alla crescita di vigneto Veneto. Assessore Pan: e tra dieci anni prodotti chimici dovranno essere dimezzati

Il vigneto veneto è cresciuto del 36 per cento negli ultimi dieci anni arrivando a superare i 97 mila ettari, per oltre un terzo piantumati a glera, al secondo posto il Pinot grigio con quasi 16 mila ettari.

“Ma oltre non si andrà: nel 2019 sono stati attivati i blocchi degli aumenti del potenziale produttivo  del Prosecco e del Pinot grigio, la nuova doc sulla quale pesano fattori di incertezza di mercato”.  A fotografare lo stato di salute  e le prospettive del ‘sistema Prosecco e del sistema Pinot Grigio, unica Doc interregionale, è stato  l’assessore all’agricoltura del Veneto, Giuseppe Pan, che di fronte ai vignaioli convenuti in massa nel quartiere fieristico di Godega di Sant’Urbano, ha messo in evidenza il grande impegno della Regione che in dieci anni ha sostenuto il settore vitivinicolo con 580 milioni tra fondi del programma nazionale (399 milioni) e del programma regionale di sviluppo (poco più di 181 milioni).

L’assessore ha lanciato un appello ai consorzi di tutela perché “rispettino i disciplinari”, facciano buon uso delle strategie di governo dell’offerta e aderiscano in fretta al Piano di azione nazionale per i prodotti fitosanitari, che impone di dimezzare entro il 2030 l’utilizzo di prodotti chimici nei terreni agricoli. “La Regione Veneto ha già approvato linee guida per l’utilizzo dei prodotti chimici e messo in atto una forte collaborazione con i Comuni – ha sottolineato l’assessore veneto – per garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale della viticoltura e stilare regolamenti omogenei che garantiscano il rispetto dei siti sensibili, come scuole, asili, piste ciclabili e campi da gioco, da parte dei trattamenti in agricoltura”.

Infine l’assessore ha ricordato ai produttori presenti le novità dei prossimi mesi: a) la decisione del Consorzio Prosecco per prorogare il blocco di aumento del potenziale produttivo per la DOC per altri tre anni; b) gli ultimi bandi per l’uso dei fondi UE del Piano nazionale di sostegno vitivinicolo (ristrutturazione e riconversione viticola, investimenti enologici e promozione) pari a 38,6 milioni; c) l’assegnazione di nuove autorizzazioni (circa 970 ettari) che daranno priorità alle aziende viticole da almeno 5 anni nel biologico e a chi pianta in terreni con pendenza superiore al 15%. Quanto al Piano nazionale di sostegno al settore vitivinicolo, i prossimi bandi saranno orientati a favorire  il posizionamento nei mercati esteri e punteranno di più su promozione e investimenti piuttosto che sulla ristrutturazione viticola.

 

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