Indicazioni Geografiche europee. Patrimonio da 75 miliardi: Italia con 15,8 miliardi pesa il 21%

Le vendite di prodotti agroalimentari e di bevande tutelati come Indicazione Geografica rappresentano un valore di 74,76 miliardi euro, oltre un quinto di tale importo deriva dalle esportazioni al di fuori dell’Unione europea. È quanto emerge da uno studio pubblicato oggi dalla Commissione europea, che evidenzia anche come il valore delle vendite dei prodotti con nome tutelato è in media doppio rispetto a quello di prodotti simili senza certificazione. L’Italia è il secondo Paese per valore economico (dopo la Francia), con 15,8 miliardi € contribuisce per il 21% del valore complessivo.

Il commissario per l’Agricoltura Janusz Wojciechowski ha dichiarato: “Le Indicazioni Geografiche europee rispecchiano la ricchezza e la diversità dei prodotti che il nostro settore agricolo ha da offrire. I benefici per i produttori sono chiari. Possono vendere a un prezzo più elevato a consumatori che cercano prodotti regionali genuini. Le Indicazioni Geografiche sono un elemento fondamentale dei nostri accordi commerciali. Proteggendo i prodotti in tutto il mondo, ne impediamo l’uso fraudolento dei nomi e preserviamo la buona reputazione dei prodotti agroalimentari e delle bevande europei. Le Indicazioni Geografiche tutelano il valore locale a livello mondiale.”

Lo studio  – che si basa anche sui dati del Rapporto Ismea-Qualivita – si è basato su tutti i 3.207 nomi di prodotti protetti nei 28 Stati membri dell’UE alla fine del 2017 (alla fine di marzo 2020 il numero totale di nomi protetti è salito a 3.322) e i principali risultati sono:

  • Valore delle vendite: nel 2017 le vendite di Indicazioni Geografiche e di Specialità Tradizionali Garantite hanno rappresentato complessivamente un valore stimato di 77,15 miliardi di €, ossia il 7% del valore delle vendite totali del settore alimentare e delle bevande europeo, che nel 2017 era stimato a 1.101 miliardi di €. I vini hanno rappresentato oltre la metà del predetto valore (39,4 miliardi di €), i prodotti agricoli e alimentari il 35% (27,34 miliardi di €) e le bevande spiritose il 13% (10,35 miliardi di €). Dei 3.207 nomi di prodotti che risultavano registrati nel 2017 (sia IG che STG), il 49% era costituito da vini, il 43% da prodotti agroalimentari e l’8% da bevande spiritose.
  • Maggiore vantaggio in termini di prezzo per i prodotti protetti: il valore delle vendite dei prodotti oggetto dello studio è stato in media doppio rispetto a quello di prodotti simili senza certificazione. Il tasso del premio di valore si attestava a 2,85 per i vini, 2,52 per le bevande spiritose e 1,5 per i prodotti agricoli e alimentari.
  • Una politica autenticamente europea: ogni paese dell’UE produce prodotti il cui nome è protetto a livello dell’UE e che costituiscono il fiore all’occhiello del patrimonio gastronomico tradizionale delle regioni e il motore economico del settore agroalimentare nazionale.
  • Esportazioni delle Indicazioni Geografiche: le Indicazioni Geografiche rappresentano il 15,5% del totale delle esportazioni agroalimentari dell’UE. I vini continuano ad essere il prodotto più importante, in termini sia di valore complessivo delle vendite (51%) che di scambi extra-UE (50%). Gli USA, la Cina e Singapore sono le principali destinazioni dei prodotti a indicazione geografica dell’UE, rappresentando la metà del valore delle esportazioni di prodotti IG.

Per garantire che la politica dell’UE in materia di qualità continui a dare i risultati migliori, dal 4 novembre 2019 al 3 febbraio 2020 è stata condotta una consultazione pubblica online per raccogliere le osservazioni dei portatori di interesse sull’argomento. Tra i risultati principali, è emerso che la maggioranza dei partecipanti alla consultazione ritiene che i regimi di qualità dell’UE generino benefici sia per i produttori che per i consumatori. La relazione di sintesi fornisce un quadro dettagliato delle osservazioni ricevute nella consultazione pubblica.

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