Melone Mantovano: la stagione 2020 registra un aumento di oltre il 30% di confezionato IGP

Si chiude con numeri più che positivi la stagione 2020 del Melone Mantovano IGP. Grazie ai trapianti precoci e ravvicinati che hanno aumentato la produttività, sono state raggiunte le 7.268,135 tonnellate di confezionato IGP, a fronte delle 5.400 del 2019, per un totale prodotto nell’areale deputato all’IGP di 33.769,96 tonnellate. Lo rende noto il Consorzio di tutela del Melone Manotvano IGP.

“Il primo bilancio è molto buono – commenta Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio di Tutela – e, nonostante tutte le criticità del momento e del mercato, l’andamento della produzione e delle vendite durante l’estate scorsa è stato particolarmente favorevole. Le buone previsioni sono state rispettate: rispetto allo scorso anno abbiamo triplicato i precocissimi, lavorando di più in maggio, anche se i nostri produttori hanno poi dovuto fare i conti con il maltempo di metà giugno e con la criticità della situazione dovuta al Covid 19. Una delle aziende più importanti aderenti al Consorzio ha infatti subito un rallentamento nelle lavorazioni a causa di un focolaio dovuto all’emergenza sanitaria, ma la rete dei produttori ha subito contribuito a garantire le quantità in vendita durante le promozioni, gestendo al meglio e con grande solidarietà le difficoltà del momento”, spiega Aguzzi.

Grazie alla stagione climatica favorevole poi, anche settembre è stato un mese in cui il melone mantovano ha continuato a essere apprezzato. Le tre tipologie di melone ammesse nel disciplinare della IGP, ovvero il retato con fetta, il liscio e il melone retato senza fetta, sono frutto di una rigorosa selezione del prodotto, come confermano i numeri. Delle oltre 33mila tonnellate prodotte, infatti, solo poco più di 7.000 sono arrivate, nel 2020, a fregiarsi del prestigioso riconoscimento della garanzia di origine. I controlli sono molto accurati e arrivano a essere certificati solo i meloni che rispettano determinate caratteristiche, tra cui ad esempio la pezzatura minima di 800 grammi e la dolcezza inconfondibile, che non può mai scendere sotto i 12 gradi brix: valore che per il melone liscio è quasi il minimo, mentre nella selezione dei retati rappresenta un buon livello qualitativo.

“Siamo convinti che la continuità della qualità, frutto di una rigorosa selezione – prosegue il Presidente Aguzzi – ripaghi, e abbiamo avuto grandi soddisfazioni. Le vendite sono andate decisamente bene dai primi di luglio fino alla fine di agosto, con prezzi che possiamo senz’altro ritenere soddisfacenti. Sia nel caso del melone retato, che nel caso del liscio, abbiamo ottenuto quotazioni in linea con la media prezzo degli anni scorsi. Siamo riusciti a soddisfare tutti gli ordini e le promozioni programmate hanno contribuito ad aumentare i volumi di vendita. Inoltre abbiamo riscontrato che le eccellenti caratteristiche organolettiche del nostro prodotto, in particolare in questa annata lineare senza grossi sobbalzi, ha contribuito ad alzare il livello anche del melone tradizionale: da un’analisi del mercato è evidente come la concorrenza stia cercando di proporre un prodotto sempre più in linea con il nostro e sempre più soddisfacente, in termini di gusto, qualità e sapore. Siamo riusciti ad alzare il livello di tutto il melone italiano”, conclude il  Presidente del Consorzio di Tutela Mauro Aguzzi.

L’origine del Melone è localizzata nelle campagne delle province di Mantova, tra Sermide, Rodigo e Viadana, e in alcune aree limitrofe delle province di Cremona, Modena, Bologna e Ferrara. Qui si trovano terreni particolarmente vocati, profondi e permeabili, che garantiscono un alto contenuto di potassio e sodio, oltre alla straordinaria dolcezza.

 

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