Scorie nucleari in Val d’Orcia. Donatella Cinelli Colombini: proposta sconcertante, in un zona Unesco fra le più belle del mondo

“E’ sconcertante la proposta di creare un deposito di rifiuti radioattivi in Val d’Orcia, una delle zone più belle del mondo e riconosciuta nel 2004 dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità”.

A sottolinearlo è Donatella Cinelli Colombini, donna del vino per eccellenza, imprenditrice vitivinicola di Montalcino, e produttrice di vino Orcia Doc a Trequanda. Del Consorzio vino Orcia è la presidente. E proprio a cavallo fra i comuni di Trequanda e Pienza, in un territorio ad alta vocazione agricola, è previsto uno dei 67 siti scelti per il deposito delle scorie nucleari (LEGGI).

“Quasi uno schiaffo ai sacrifici di cittadini, istituzioni, imprese – dice la Cinelli Colombini -, per mantenere integro e valorizzare questo gioiello di armonia dove la storia, la natura e il lavoro dell’uomo riescono a conciliarsi da secoli. Nel 2004 il conferimento del riconoscimento di patrimonio dell’Umanità Unesco faceva leva proprio sull’integrità di un contesto rurale e storico unico e di enorme pregio.

Sono poco distanti, dalla località scelta per depositare i rifiuti radioattivi, alcuni dei luoghi icona della compagna toscana, così come i luoghi dove sono stati girati i film “Il paziente inglese” e “Il gladiatore” incantando il mondo intero per un paesaggio di assoluta integrità, che sembra sospeso nel tempo. Infatti nel 2018 la campagna introno a Trequanda ha ricevuto dal Ministero delle Politiche Agricole MIPAAF il riconoscimento di “Paesaggio rurale storico della Toscana”

UNA SCELTA CHE COMPROMETTE IL FUTURO DEL TURISMO E DELL’AGROALIMENTARE – “Per non parlare delle eccellenze enogastronomiche e del turismo – prosegue Cinelli Colombini – che verrebbero compromesse per sempre, facendo fare un salto indietro di cinquant’anni a tutta la zona e rimandandola nella miseria.
Ancora più stupefacente è il contrasto fra la normativa di vincoli a tutela del paesaggio che è strettamente rispettata dai cittadini e un progetto con 90 costruzioni di calcestruzzo.
Se infatti tutti i residenti sono costretti a una lunga trafila di progetti, certificazioni, autorizzazioni anche per costruire un canile, come possono accettare a cuor leggero un insediamento largo 178 ettari di cui 110 destinati a ospitare le 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette “celle”, in cui «verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati». Complessivamente ospiterebbero «circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività.
E pensare che un insediamento di nuove abitazioni, nei pressi di Pienza, nel 2007 scatenò un autentico putiferio e fu definito “ecomostro” da Asor Rosa per il danno arrecato al paesaggio!
Leggi l’intervento completo di Donatella Cinelli Colombini sul suo blog

Informazione pubblicitaria