Frutta e ortaggi freschi, su 100 euro spesi dal consumatore solo 6 in tasca al produttore

BOLOGNA – In Italia si stima che, per frutta e ortaggi freschi, su 100 euro spesi dal consumatore, al produttore rimangano in tasca solo tra i 6 e gli 8 euro netti.

Frutta, ortaggi e trasformati – Ancora meno nel caso dei prodotti trasformati, dove il margine in campo all’imprenditore agricolo è inferiore ai 2 euro.

A segnalarlo è Cia – Agricoltori Italiani dell’Emilia Romagna che come sia una questione annosa “che va necessariamente affrontata senza ulteriori indugi- denuncia il presidente regionale Cristiano Fini– per dare vita a un nuovo ‘patto di sistema dell’ortofrutta italiana’ più equo, moderno, efficiente, e rispondere così alle prossime sfide economiche e ambientali legate al Green Deal europeo che richiedono sempre maggiori standard di sostenibilità”.

Questo il messaggio lanciato da Cia-Agricoltori Italiani nel webinar “Il valore nell’ortofrutta, dalla filiera al sistema”, il primo di due appuntamenti dedicati al settore per supportare l’Anno Internazionale della frutta e della verdura 2021 promosso dalla Fao.La deperibilità, i costi esterni come energia, packaging e trasporti, la complessità delle relazioni tra gli attori, la frammentazione della filiera e la difficoltà ad attuare strategie condivise di sistema, sono tutti fattori che condizionano negativamente l’acquisizione del giusto reddito per i produttori ortofrutticoli.
“Per questo – secondo Fini – ora è tempo di riequilibrare la ripartizione del valore a beneficio degli agricoltori e, per farlo, è necessario stimolare processi di aggregazione tra i produttori e costruire relazioni più equilibrate e innovative tra tutti i soggetti del sistema ortofrutticolo, compresa la distribuzione”.Le strategie, a giudizio di Cia, passano quindi per aggregazione, azioni di promozione unitarie, sviluppo dell’economia contrattuale, contrasto alle pratiche commerciali sleali, operatività piena dell’interprofessione.
“Accanto a necessario incoraggiare un patto fra gli attori della catena ortofrutticola e collaborare per eliminare inefficienze – prosegue Fini – e aumentare la competitività del settore, riducendo gli squilibri”.
Il settore ortofrutticolo è esposto a rischi enormi, legati agli eventi climatici come le terribili gelate di questi giorni “ma -aggiunge ancora Fini- anche alle problematiche fitosanitarie e alla pressione competitiva globale. La ripartizione sbilanciata dei prezzi lungo la filiera rischia di indebolire in maniera irreversibile le aziende agricole, molte delle quali in grande sofferenza.
Oggi il consumatore riconosce un valore aggiunto a italianità, territorialità, qualità e sostenibilità e la produzione ortofrutticola nazionale, nella sua accezione di sistema -conclude Fini- potrà cogliere a pieno le esigenze della società e dei mercati se sarà capace di rilanciare relazioni eque, sperimentare nuove soluzioni e garantire solidità a tutte le sue componenti”.
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