Il lupo attacca una mandria a Malga Mazze: uccise due manze

VICENZA – Prima predazione del lupo sul Monte Corno, nel Comune di Lugo di Vicenza. Due manze sono state sbranate la notte scorsa alla malga Mazze Inferiori, che si trova in località Mazzette lungo percorsi escursionistici Cai, d’estate meta di molti turisti.

Il gestore della malga Mirko Pezzin e il cugino Marco Rigoni, che gli dà una mano nella conduzione della struttura, dove si può mangiare e acquistare formaggi prodotti con il latte appena munto, le hanno trovate questa mattina. Una, di sei mesi, era in una pozza d’acqua, morta annegata probabilmente nel tentativo di scappare al predatore. L’altra, di un anno e mezzo, è stata trovata con la testa incastrata in un buco e con gravi ferite posteriori.

“È la prima volta che subiamo un attacco, ora siamo molto preoccupati per il resto della malga – dice Mirko Pezzin, allevatore di Confagricoltura Vicenza, che da due anni gestisce la malga, di proprietà del Comune di Lugo di Vicenza -. Veniamo su in giugno con le bestie e in settembre le riportiamo ad Asiago, dove viviamo. Facciamo formaggi e abbiamo un agriturismo. L’apprensione non è solo per la perdita economica delle due manze, che è di circa 2.000 euro, ma per la nostra attività. La conformazione della malga rende impossibile recintare tutta l’area. C’è il filo spinato, ma naturalmente per il lupo non è un problema entrare. Abbiamo una novantina di animali tra vacche, manze e vitelle e chiuderle tutte dentro la notte non si può. Come possiamo difenderci adesso? Non sappiamo cosa fare”.

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Anna Trettenero, presidente di Confagricoltura Vicenza, esprime solidarietà agli allevatori: “Stavolta, più che amarezza, proviamo rabbia nel vedere le attività agricole indifese dagli attacchi del lupo che, da anni, imperversa sull’Altopiano. Questa ennesima predazione è la prova provata che i sistemi di contenimento tradizionali non sono sufficienti ad arginare il problema. Siamo preoccupati non solo per gli allevatori, che già devono fare i conti con un territorio difficile come quello montano, ma anche per l’incolumità degli imprenditori agricoli e dei loro dipendenti che lavorano in quell’area. Abbiamo personale che si rifiuta di fare turni di notte, perché ha paura del lupo. E le statistiche ci dicono che il numero di esemplari sta crescendo in maniera esponenziale. Una convivenza tra uomo e lupo non si può neanche ipotizzare, in quanto rischia di mettere a repentaglio la fragile economia dei territori montani e delle aziende agricole che, fino ad oggi, hanno garantito la vivibilità ai nostri territori. È tempo di pensare a misure più efficaci di contenimento e di controllo, tenendo in considerazione le esigenze degli allevatori di montagna. Il mio auspicio, infine, è che non succedano tragedie che ci facciano rimpiangere di non aver preso le adeguate contromisure in tempo”.

Confagricoltura Vicenza ricorda che il sistema d’alpeggio è un’importante voce economica per la montagna vicentina, che dà impiego diretto e indiretto a centinaia di persone, garantendo reddito agli allevatori con la produzione di latte di alta qualità e di formaggi doc e dop. Secondo i dati forniti dall’europarlamentare trevigiano Gianantonio Da Re, in un’interrogazione al Parlamento europeo che risale al marzo di quest’anno, dal 2017 al 2020 le predazioni del lupo in Veneto sono state 868, concentrate nelle province di Vicenza, Belluno, Verona e Treviso. Danni importanti che stanno favorendo anche il fenomeno dell’abbandono delle zone montane da parte dei malghesi.

 

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