Residui di farmaci nel bestiame: in Italia in regola il 99,9% dei campioni analizzati

ROMA – Dei 30.029 campioni prelevati nel 2020 presso gli allevamenti e i macelli italiani e analizzati nell’ambito del Piano Nazionale Residui, solo in 7 casi ( 0,1% del totale) le analisi hanno riscontrato tracce di sostanze farmacologicamente attive e di contaminanti chimici.

Un risultato che pone l’Italia in posizione più virtuosa rispetto ai partner europei. È quanto si evince dalla relazione del Ministero della Salute sugli esiti dell’attività ispettiva che viene condotta annualmente sugli animali vivi, sui loro escrementi e fluidi biologici, sugli alimenti e l’acqua a loro somministrati nonché sui tessuti e gli alimenti di origine animale.

A essere sottoposti a controllo sono bovini, suini, ovi-caprini, equini, volatili da cortile, conigli, selvaggina allevata, selvaggina cacciata, ma anche pesci allevati in acquacoltura, latte, uova e miele.

Le indagini mirano a rilevare casi di somministrazione illecita di sostanze non autorizzate e verificare la conformità degli alimenti rispetto ai limiti massimi di residui di farmaci e contaminanti fissati dalle norme comunitarie e nazionali. Sono molte le sostanze che vengono ricercate: da quelle vietate come gli agenti antitiroidei e gli steroidi ai residui dei trattamenti veterinari come gli antibiotici, i tranquillanti, gli antinfiammatori, i coccidiostatici ai contaminanti ambientali (micotossine, coloranti e altri composti chimici). Basti pensare che sui 30 mila campioni raccolti nel 2020 sono state effettuate 321.617 determinazioni analitiche, ovvero una media di circa 10 analisi per ogni campione.

Un accertamento ispettivo molto scrupoloso e condotto in maniera imprevista, adoperando, come sottolinea la relazione del ministero, ogni precauzione atta a garantire che il “fattore sorpresa” nei controlli sia costante. Per rilevare il maggior numero di irregolarità, esistono poi all’interno del Piano Nazionale residui tre livelli di campionamento e analisi: Il Piano propriamente detto che comporta il prelievo di campioni pianificati dal Ministero per i diversi settori produttivi sulla base dell’entità delle produzioni nazionali e regionali, l’ Extra Piano predisposto nei casi di specifiche esigenze nazionali o locali, al fine di intensificare i controlli e il Sospetto che prevede il prelievo di ulteriori campioni nei casi in cui ci sia motivo di sospettare la presenza di residui.

Guardando all’intera attività di controllo svolta nel 2020 tra Piano, ExtraPiano e Sospetto i campioni prelevati salgono a 32.564 , per un totale di 401.682 determinazioni analitiche, mentre le irregolarità arrivano a 47, con una maggiore incidenza nei campioni raccolti nell’ambito dell’attività cosiddetta di sospetto.

La maggior parte delle non conformità sono state riscontrate al macello e sono riferibili al superamento dei limiti massimi di residui per le sostanze antibiotiche e per i cortisonici.

Tra i settori produttivi l’incidenza più alta interessa i bovini e suini, di riflesso al maggior numero di campionamenti per queste tipologie di bestiame.

Complessivamente il trend delle non conformità si conferma in linea con l’andamento discendente degli ultimi anni, che porta le percentuali di irregolarità a valori più bassi rispetto a quelli riscontrati negli ultimi anni in ambito comunitario.

Negli ultimi anni si assiste ad una graduale diminuzione del numero di non conformità per antibiotici, ad una sostanziale costanza delle altre sostanze contenute nei medicinali autorizzati e da un paio d’anni ad una ricomparsa di non conformità per sostanze vietate.

 

Informazione pubblicitaria