In Sardegna è allarme Blue tongue. 2000 focolai e 10 mila capi morti

SESTU – “La Blue tongue è fuori controllo, tanto che si assiste a una crescita esponenziale della malattia, che ieri registrava 684.000 capi coinvolti con 1.913 focolai e 9.388 capi morti, in continua e rapida ascesa”.

Lo sottolinea il presidente della Copagri Sardegna Ignazio Cirronis, ad avviso del quale “gravi le responsabilità dell’assessorato alla Sanità, che ha ritenuto di derogare rispetto agli obblighi stabiliti dal suo stesso decreto del 25 febbraio 2016 relativo al piano di profilassi vaccinale, che si è ritenuto di non applicare pienamente nei tempi stabiliti”.

“Riteniamo molto grave – prosegue Cirronis – che permanga un pericoloso stato di malfunzionamento della catena di comando nel campo della sanità animale, con strumenti che non rispondono all’indirizzo politico; ad oggi, infatti, nonostante le promesse, non si è provveduto a deliberare l’acquisto dei vaccini necessari, già quantificati, e non c’è nessun coordinamento tra gli assessorati all’Agricoltura e alla Sanità, che dovrebbero procedere di comune accordo e coinvolgere insieme le organizzazioni agricole”.

“In questo quadro sarebbe irresponsabile non provvedere rapidamente al rimborso dei danni subiti dagli allevatori, con lo stanziamento delle risorse necessarie attraverso la PdL 284 all’esame del Consiglio regionale, poiché i fondi reperiti dall’Assessorato all’Agricoltura all’interno del suo bilancio appaiono sin da ora assolutamente insufficienti”, aggiunge il direttore della Copagri Sardegna Pietro Tandeddu.

“La Copagri Sardegna ha chiesto e chiede nuovamente che si provveda al rimborso dei capi morti e della loro conseguente mancata produzione e al sostegno del reddito per le immancabili perdite di produttività dei capi dichiarati infetti, così come previsto con deliberazione del 31 gennaio 2013”, continua Tandeddu.

“La Regione deve provvedere altresì a coprire le spese sopportate dagli allevatori per l’acquisto dei repellenti e per l’ottenimento del PCR. Ben venga, quindi, l’istituzione di un fondo di anticipazione regionale dei benefici nazionali e regionali che, al riguardo, spetterebbero agli allevatori, ma ciò richiede, a nostro avviso, una formulazione più chiara di quanto stabilito dall’art. 8, comma 4 della PdL 284”, conclude il direttore della Copagri Sardegna.

 

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