Eima riapre al pubblico. Espositori in calo del 30%, si punta sulla qualità. Tiene la fiera della meccanica agricola

BOLOGNA – Nel panorama degli eventi espositivi l’EIMA di Bologna mostra numeri molto positivi, anche nell’edizione che riapre le attività dopo l’emergenza Covid.

A fronte di un calo  di espositori e di superfici registrato per gli altri eventi fieristici l’EIMA mantiene percentuali più favorevoli, e si proietta verso un rapido recupero dei livelli precedenti la pandemia. Le piattaforme fieristiche virtuali non sostituiscono gli eventi in presenza, ma possono agire come efficaci supporti “pre” e “post”.

Nel panorama fieristico post-Covid, EIMA International si presenta con ottime credenziali. In un contesto che ha visto la cancellazione di centinaia di eventi espositivi e che anche nell’attuale fase di ripresa mostra numeri lontani da quelli esibiti nelle edizioni precedenti, la rassegna della meccanica agricola si impone per l’alto numero di industrie partecipanti (1.350) e per l’impatto sul quartiere fieristico di Bologna, impegnato in tutti i suoi padiglioni oltre che in varie aree espositive esterne per una superficie totale di quasi 100 mila metri quadrati netti.

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Una comparazione tra i risultati medi raggiunti dalle altre fiere e quelli che si annunciano per EIMA International 2021 – fatta dal direttore generale di FederUnacoma Simona Rapastella – dimostra l’eccellente tenuta della rassegna della meccanica agricola. “Secondo i dati diffusi da UFI all’inizio di settembre   – ha detto Rapastella –  il settore fieristico nel suo complesso ha perso, a causa del Covid, il 73% delle aree espositive locate nel 2019,  passando dai 106 milioni di metri quadrati nel 2019 a poco meno di 30 milioni, mentre i ricavi risultano in calo mediamente del 70%; la presenza di espositori, secondo un’analisi di settore realizzata da GRS,  è calata in media del 50%, e quella di visitatori è scesa vistosamente, con percentuali comprese fra il 40 e il 60%, soprattutto per la defezione di buyer provenienti da quei Paesi (asiatici e americani) per i quali sono ancora in vigore ancora limitazioni agli spostamenti”.

EIMA International si presenta da subito con credenziali molto buone, giacché l’atteso calo della superficie espositiva si attesta sul 25%, il numero di espositori risulta ridotto del 30%, premesse per un’edizione che dovrebbe portare anche in termini di visitatori risultati superiori alle aspettative. Il bilancio delle rassegna – ha aggiunto Rapastella – dovrà essere fatto anche in termini qualitativi, giacché lo scenario post-Covid sta producendo una selezione tra gli operatori, offrendo eventi meno affollati ma più qualificati ai fini del business. Proprio le restrizioni agli spostamenti e la complessità di alcune procedure di viaggio – questo emerge dalle indagini GRS – ha scoraggiato quella componente di pubblico che è meno motivata da stringenti esigenze di business, e ha lasciato campo ad una schiera di professionisti per la cui attività l’evento fieristico è invece fondamentale. Ultimo aspetto saliente tra quelli emersi nell’indagine, è quello che riguarda il rapporto tra fiere virtuali ed eventi in presenza. Dal bilancio delle esperienze fatte su piattaforme digitali, e dall’attuale rilancio degli eventi in presenza, si evidenzia come le fiere tradizionali mantengano un ruolo nettamente preminente rispetto a quelle virtuali.

“Come EIMA abbiamo cercato di essere presenti anche nell’anno 2020 con un evento sviluppato su piattaforma virtuale – ha concluso Rapastella – ma non c’è dubbio che la fiera fisica ha una forza e un’attrattiva nettamente superiore. Per il futuro di EIMA si profila un sistema misto nel quale la piattaforma digitale non sostituisce l’evento in presenza ma lo affianca, costituendo un prezioso supporto soprattutto nel “pre” e nel “post” fiera.

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