Mercati florovivaistici italiani, segnali di ripartenza. Ma pesano calo produzione (-20%) e aumento prezzi (+15%)

FIRENZE – Dai principali mercati florovivaistici nazionali arrivano segnali positivi e di ripartenza della domanda in occasione della festività di Ognissanti e della commemorazione dei defunti. Il settore si è rialzato, dopo la feroce crisi innescata dal Covid, ma ora è alle prese con i forti rincari dell’energia e con le difficoltà logistiche.

Scorte di fiori recisi e in vaso andate già esaurite in Toscana, al mercato di Pescia, ad una settimana dalla commemorazione dei defunti. Lo ha reso noto Cia Toscana Centro, sottolineando tuttavia che la produzione ha subito una flessione del 20 per cento rispetto al periodo pre-Covid, a causa della chiusura di diverse aziende florovivaistiche e delle incertezze di mercato che hanno condizionato le semine.  Sul settore pesano poi gli aumenti dei costi dell’energia, che si stanno riverberando inevitabilmente sui prezzi di vendita (+15% in media il prezzo dei fiori recisi, e in particolare dei crisantemi.)

“Così come in estate, grazie alla ripartenza delle cerimonie, come matrimoni o battesimi – sottolinea il presidente di Cia Toscana Centro Sandro Orlandini – anche in autunno, periodo decisivo per tante nostre aziende che conferiscono al Mercato dei fiori di Pescia o che fanno vendita diretta, il momento è decisamente positivo. L’offerta è, in questo momento, però minore della domanda, anche a causa dei maggiori costi di produzione che le aziende sono costrette a sostenere, in primis l’aumento del prezzo del gasolio”.

Il florovivaismo italiano nell’anno della pandemia chiede più certezze e garanzie. Aldo Alberto (Florovivaisti Italiani) ad Effetto Covid

“Mercato in salute – aggiunge Francesco Bini, di Cia Toscana Centro – ma che è alla ricerca di un ricambio generazionale. Il settore deve rinnovarsi in persone, ma anche in strutture e tecnologie, perché il lavoro e le prospettive ci sono, senza dubbio, anche per una maggiore attenzione al verde della popolazione aumentata con il periodo Covid”.

Anche in Veneto, secondo un’analisi di Confagricoltura Veneto, si registra il tutto esaurito, dopo la crisi dello scorso anno, quando i lockdown avevano determinato un forte calo di clientela perfino nei periodi legati a ricorrenze e festività.

“La gente è tornata a comprare fiori e possiamo dire che il periodo buio è quasi alle spalle – sottolinea Claudio Padovani, presidente dei florovivaisti di Confagricoltura Veneto -. In questi giorni c’è stata molta clientela che è venuta a scegliere il colore e la tipologia della pianta da portare ai propri defunti. Chi ha prodotto i crisantemi sta vendendo tutto, ma vanno molto anche i ciclamini e le rose. La festività di Ognissanti rimane ancorata nelle abitudini della gente e anche quest’anno non fa eccezione”.

Sono ripartite le cerimonie, soprattutto matrimoni, battesimi e cresime – sottolinea Claudio Previatello, responsabile nazionale del settore florovivaismo dei Giovani di Confagricoltura e presidente dei Giovani di Confagricoltura Rovigo -. Siamo però ancora distanti dai livelli di due anni fa e staremo a vedere come andranno dicembre e i primi mesi dell’anno.  Inoltre i problemi sono ancora tanti. Uno è legato all’approvvigionamento del materiale, compresi vasi e torbe, che fatichiamo a trovare e sono sempre più costosi. Poi pesa il forte aumento dei costi di produzione, soprattutto per quanto riguarda gas e gasolio. Ci troviamo di fronte a costi insostenibili non solo per quanto riguarda il riscaldamento delle serre, ma anche per far andare i macchinari. Aumenti esagerati, che ci stanno mettendo in grande difficoltà”.

Grande fermento anche sul mercato ligure dove “la produzione dei crisantemi e di altri fiori autunnali – affermano il presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – è fondamentale per molte aziende che portano avanti il settore florovivaistico.

Il mercato ligure sta mostrando una dinamicità dettata dall’ottima qualità di prodotto e dall’impegno degli imprenditori locali, che riescono a sbaragliare in molti casi la concorrenza. La floricoltura in Liguria si concentra per il 95% tra le province di Imperia e Savona: per i propri doni, in occasioni come questa, ma non solo, come Coldiretti Liguria consigliamo di preferire fiori del nostro territorio a quelli d’importazione. Acquistare fiori liguri significa anche contribuire alla salvaguardia dell’ambiente e avere un prodotto di qualità migliore, non solo perché non deve affrontare lunghi viaggi, ma anche perché molti produttori sono impegnati a selezionare varietà che regalano profumi più intensi e caratteristici”.

Informazione pubblicitaria