Fatturato da 1 miliardo di euro, 208 mila ettari di superfici certificate, 19 mila agricoltori coinvolti. Quanto vale il sementiero italiano

BOLOGNA – Un fatturato da un miliardo di euro, 208 mila ettari di superfici destinate alla produzione delle sementi ufficialmente certificate nel 2020; 33 mila ettari destinati alle sementi orticole e 19 mila agricoltori coinvolti a livello nazionale nella moltiplicazione.

Ecco quanto vale il settore sementiero italiano. I numeri sono stati annunciati durante la cerimonia celebrativa dei 100 anni di Assosementi, l’associazione che rappresenta le aziende sementiere italiane.

“Il settore agroalimentare – ha detto il ministro Stefano Patuanelli – è protagonista e artefice di un cambiamento che investe l’intero tessuto produttivo italiano. Di fronte a questo scenario il contributo del comparto sementiero, quale primo anello della filiera produttiva agricola, è decisivo”.

“Si tratta – ha aggiunto il ministro – di un settore costantemente proteso in avanti, grazie a un’incessante attività di ricerca e innovazione: un’azione volta a valorizzare le varietà del passato e a svilupparne di nuove, anche grazie all’uso delle moderne tecnologie, nell’ottica di un progressivo miglioramento delle potenzialità produttive e delle capacità di difesa delle piante nei confronti delle avversità biotiche e abiotiche. È importante a tal proposito, che sia garantito, sia a livello europeo che nazionale, un quadro normativo aggiornato e più specifico, che tenga conto del progresso tecnologico registrato negli ultimi anni”.

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A esempio, nel campo delle NGts, come sottolineato dal Coordinatore S&D Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale Paolo De Castro, “ci auguriamo che la Commissione Europea possa elaborare al più presto una nuova regolamentazione che distingua nettamente tra transgenesi e mutagenesi. L’innovazione in campo sementiero deve essere resa fluida, per dare vita a nuove varietà che siano davvero capaci di combattere le malattie delle piante per via genetica e non chimica. I nostri agricoltori devono essere competitivi e noi abbiamo il compito di aiutarli. Le NGTs rappresentano una grande e straordinaria opportunità che l’Europa non deve lasciarsi scappare”.

Assosementi: studio NGTs sia punto partenza per nuovo quadro normativo

Giuseppe Carli, presidente di Assosementi, ha ricordato che “le rese del mais sono passate dai 13 quintali per ettaro del 1921 ai 130 quintali di oggi. Questi grandi risultati ottenuti sono frutto della capacità di innovazione delle nostre aziende ed è questo il punto di partenza per il futuro: tra trent’anni saremo 10 miliardi sul pianeta e l’agricoltura sarà chiamata a produrre di più, senza aumentare le superfici e al tempo stesso riducendo gli input naturali e chimici. Il settore sementiero è pronto a garantire risposte concrete per affrontare e vincere queste sfide”.

 

 

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