Allarme siccità. ONU, danni all’agricoltura per 1 miliardo di euro: il futuro del settore secondo The Circle

ROMA – Con un riscaldamento globale a +1.5 gradi, i cambiamenti climatici stanno impattando in maniera irreversibile sui sistemi naturali e umani, già spinti oltre le loro capacità di adattamento: le ondate di caldo, la siccità, la mortalità di massa degli alberi, lo sbiancamento della barriera corallina e le inondazioni aprono a scenari preoccupanti. È l’allarme lanciato dall’ONU con la pubblicazione del Rapporto Ipcc Climate Change 2022: Impacts, Adaptation and Vulnerability che, tra le aree di rischio per l’Europa, identifica scarsità di risorse idriche e perdite sostanziali per la produzione agricola.

“La siccità causata dalle elevate temperature invernali e dalla scarsità di piogge sta mettendo il ginocchio l’agricoltura tradizionale: il risparmio di acqua è diventato fondamentale per la sopravvivenza delle coltivazioni ed è sempre più importante trovare soluzioni innovative per produrre in maniera più sostenibile.” – dichiara Thomas Marino, co-founder di The Circle (www.thecircle.global), la più estesa azienda agricola acquaponica del continente. In agricoltura è possibile ridurre il consumo di acqua del 90%. In risposta alle evidenze emerse dall’analisi, Coldiretti ha confermato che la siccità è diventata la calamità più rilevante per le coltivazioni italiane, con danni stimati in media in un miliardo di euro all’anno, soprattutto per la quantità e la qualità dei raccolti. Il settore, però, da solo continua a bere il 70% dell’acqua mondiale.

Negli ultimi anni, però, si sta facendo strada una soluzione agricola incentivata dalla Commissione Europea che sta ricevendo sempre più finanziamenti da parte di venture capital e fondi d’investimento che pone al centro della propria tecnologia il risparmio di risorse idriche fino al 90% per prevenire la siccità: l’acquaponica, sistema a ricircolo di coltivazione in cui l’acqua, grazie all’uso di una o più pompe, viene prelevata da una vasca nella quale vengono allevati pesci. Filtrata e depurata, questa irriga le radici delle piante contenute all’interno di torri verticali interamente fuori suolo brevettate dall’azienda e, infine, ritorna nella vasca di allevamento. L’attuale giro d’affari intorno all’agricoltura fuori suolo ha superato i 4 miliardi di dollari e cresce del 25% ogni anno. Secondo le previsioni, l’intero settore raggiungerà globalmente il valore di 47 miliardi di dollari entro il 2027.

“Dopo la nascita di The Circle nel 2017, in Italia sono nate molte altre realtà che si occupano di acquaponica, tutte unite dal desiderio di risolvere le più spinose problematiche ambientali tra cui la mancanza di acqua. Per fare questa transizione verso un’agricoltura sostenibile c’è bisogno di capitali per supportare i processi di crescita. Negli ultimi anni stanno aumentando gli investimenti, adesso è necessario mettere un’altra marcia per tenere il passo.” – afferma Thomas Marino.

Il ruolo dei pesci nell’ambito del risparmio idrico. Ma com’è possibile il risparmio di risorse idriche con l’acquaponica? Questa tecnica di coltivazione fuori suolo consente di recuperare tutta l’acqua che le piante non hanno assorbito: la dispersione di questa, infatti, è circoscritta solo al suo assorbimento da parte dei vegetali e all’evaporazione. All’interno del processo, il ruolo dei pesci è fondamentale: allevati all’interno di vasche artificiali, essi producono ammoniaca che, attraverso un sistema di filtraggio, viene depurata con l’integrazione di materiali organici che la trasformano in azoto, uno dei macronutrienti necessari alla crescita delle piante che, coltivati su torri verticali fuori suolo, bevono attraverso un sistema di pompe. Nessun diserbante, nessun fertilizzante di sintesi: solo materiale organico prodotto dai pesci. In questo sistema a ciclo chiuso il 90% di acqua torna al principio del ciclo riducendo al minimo il suo consumo per kg di prodotto.

L’acquaponica, inoltre, è una soluzione in serra e, come tale, a differenza delle vertical farm, è meno energivora in quanto espone le piante a contatto diretto con il sole evitando consumi energetici legati all’illuminazione e al riscaldamento. “In natura non esistono scarti, è tutto un riciclo. La soluzione agricola alle più minacciose problematiche ambientali esiste, così come gli incentivi da parte dell’Unione Europea per implementarla. L’allarme lanciato dall’ONU è un richiamo urgente all’azione. Non c’è più tempo. C’è bisogno sempre di più di soluzioni innovative per produrre più cibo in meno spazio, in maniera più sostenibile. Noi ci siamo.” –  conclude Thomas Marino.

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