Peste suina africana. Cillis (M5S), attenzione al massimo, occorrono nuove risorse da investire nella prevenzione

ROMA – “La scoperta di un caso di Peste Suina Africana nel Lazio, il blocco e le limitazioni imposte nelle zone infette che hanno colpito non solo la filiera suinicola ma anche l’indotto, ci impongono una ulteriore riflessione. L’auspicio è che i preoccupanti scenari internazionali non mettano in secondo piano il devastante impatto della PSA sulle produzioni agroalimentari, le esportazioni e le attività ludico-sportive e turistico-ricettive”. Lo dichiara il deputato Luciano Cillis, esponente M5S in commissione Agricoltura, intervenuto in discussione generale a Montecitorio sulla mozione per gli interventi inerenti l’emergenza peste suina.

“Invitiamo il Governo ad adottare qualsiasi utile iniziativa che possa permetterci di fronteggiare con ulteriori risorse uno scenario sempre più preoccupante e che si va via via allargando sul territorio italiano – aggiunge – Serve sostenere la suinicoltura italiana stanziando indennizzi per gli operatori colpiti da PSA, colpiti dalle restrizioni alla commercializzazione dei prodotti derivati”. “È necessario potenziare lo stanziamento di risorse per il commissario straordinario che abbiamo fortemente voluto e che, attualmente, dispone di appena 10 milioni di euro – prosegue Cillis – Occorre adottare misure per ristoro ad hoc per le attività economiche, professionali e turistico-ricettive nonché ristorare le aziende agricole e zootecniche dei danni causati dal proliferare incontrollato della fauna selvatica”.

“Proprio per contenere il fenomeno che amplia e diffonde la PSA con i cinghiali, è il caso di cogliere questa collaborazione tra istituzioni nazionali e locali, rafforzandole e trovando soluzioni condivise per una incisiva politica di contenimento della fauna selvatica – dichiara – La filiera suinicola dovrà essere sostenuta, poi, dal punto di vista commerciale come già è stato fatto in questi mesi”. “È importante continuare con le iniziative diplomatiche per limitare il blocco alle esportazioni, incentivare le politiche di filiera attraverso contratti tra operatori, le organizzazioni professionali e interprofessionali del settore” conclude Cillis.

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