Apicoltura. In Toscana Anbi sperimenta golene a lunga fioritura

FIRENZE – Da zone marginali ed incolte, le aree golenali e le casse di espansione dei fiumi possono diventare l’habitat ideale per la proliferazione delle api selvatiche: succede grazie ad Anbi lungo il torrente Ombrone, nel comune di Signa in provincia di Firenze, dove è stata presentata la prima sperimentazione in Italia, dedicata alla trasformazione dei terreni adiacenti ai corsi d’acqua in prati, che rimangono fioriti per buona parte dell’anno.

Protagonista del progetto è un team di ricercatori dei Dipartimenti di Biologia e di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari Ambientali e Forestali (DAGRI) dell’Università di Firenze in collaborazione con il Consorzio di bonifica Medio Valdarno. “E’ un esempio concreto – commenta Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI – della missione ambientale dei moderni Consorzi di bonifica ed irrigazione, così come disegnata dai simposi animati da 14 Università italiane nell’ambito del progetto “Terrevolute ANBI 100”, in corso di svolgimento a San Donà di Piave, in provincia di Venezia.”

I ricercatori dell’Ateneo fiorentino e l’ente consorziale  hanno identificato una prima superficie di circa 16 ettari, dove attuare un’azione di miglioramento ambientale con l’obbiettivo di variare e prolungare la disponibilità di fioriture, nonchè di valorizzare un contesto altrimenti destinato all’espansione del fiume in caso di piene.

“Di fronte all’estremizzazione degli eventi atmosferici, conseguenza dei cambiamenti climatici, è necessario incrementare la capacità di resilienza dei territori attraverso infrastrutture capaci di calmierare l’insufficienza o l’eccesso d’acqua, trattenendola in bacini. Devono essere, però, interventi multifunzionali: così il Piano Laghetti come le casse di espansione, che abbinano funzioni idrauliche ed ambientali” aggiunge Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Nell’esperienza toscana sono state selezionate tre diverse miscele di piante (45 specie, tra cui trifoglio, tarassaco, malva, achillea), che fioriscono in tempi diversi dell’anno  per garantire fiori e quindi nutrimento agli impollinatori da Aprile fino ad Ottobre. Nella scelta delle piante, tutte autoctone, è stato tenuto conto del fatto che specie di api diverse sono attratte da fiori di forme e colori differenti.

“Le api selvatiche contano in Europa circa 2.000 specie e  ben 1.100 vivono in Italia – spiega Francesca Romana Dani, docente del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze – Numerosi indicatori mostrano una diminuzione delle popolazioni di queste specie negli ultimi decenni, causata principalmente dall’espansione delle aree antropizzate e dal cambiamento delle pratiche agricole: un fenomeno preoccupante  sia per gli effetti sulla biodiversità, sia per la riduzione del servizio ecosistemico dell’impollinazione.”

I ricercatori dell’Ateneo fiorentino dovranno valutare  l’efficacia dell’intervento sulle comunità di api selvatiche, monitorando l’evoluzione della numerosità e della diversità di specie presenti nei campi della sperimentazione rispetto ad aree limitrofe, dove il terreno rimane incolto. Il progetto procederà di pari passo anche in un’altra area della provincia di Firenze, prossima alla cassa di espansione del fiume Pesa, nel comune di Montelupo Fiorentino.

“Lo scopo – prosegue la ricercatrice – è valutare l’efficacia di queste azioni sulla biodiversità degli insetti pronubi e la loro sostenibilità nelle pratiche di gestione delle casse di espansione.”

Per il Consorzio di bonifica il progetto rappresenta così  l’impegno verso una maggiore integrazione delle attività di gestione delle aree fluviali con l’ambiente e l’agricoltura nel più ampio quadro della sostenibilità.

Un’ulteriore testimonianza arriva da Pistoia, dove  tecnici ed operatori del Consorzio di bonifica Medio Valdarno evitano i tagli, laddove erbe fiorite, come la borragine, crescono spontanemente e quindi lasciano macchie d’erba, che sembra incolta, ma in realtà è un grande valore aggiunto per le api.

Attenzione speciale, durante le operazioni di manutenzione idraulica, viene riservata anche alle colonie di uccelli fluviali, rari e delicati come i gruccioni o il corriere piccolo: in certi tratti, come ad esempio sul fiume Ombrone Pistoiese nella zona delle casse di espansione de Le Vanne a Quarrata nel pistoiese, si lascia crescere spontaneamente, fino ad Agosto, fasce di vegetazione a protezione dei nidi rinvenuti.

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