Pomodoro 2022: nel Nord Italia già raccolto il 50%. Buona la qualità e le rese ma impatto negativo delle anomalie climatiche

PARMA – L’organizzazione interprofessionale OI Pomodoro da Industria Nord Italia ha incontrato a Parma l’Assessore all’Agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Alessio Mammi, per un primo bilancio sull’andamento della campagna 2022. L’assessore è stato accolto dal presidente Tiberio Rabboni e dai soci dell’interprofessione. La visita è proseguita poi a Gragnano Trebbiense, Piacenza, presso l’azienda Steriltom Srl.

Alla data del 23 agosto risultano consegnate alle industrie di trasformazione poco più di 1.500.000 tonnellate di materia prima pari a circa il 50% del pomodoro in campo. Le OP evidenziano buone rese  che, al momento, si avvicinano alle 80 tonnellate ad ettaro, un valore decisamente superiore alla media dell’ultimo periodo. Così come migliori rispetto alla media del periodo risultano il grado brix e lo scarto.

Le elevate temperature della seconda metà del mese di luglio e delle prime settimane di agosto hanno impresso un’accelerazione alla maturazione del prodotto in campo. La campagna di raccolta e di trasformazione è iniziata con alcuni giorni di anticipo rispetto al periodo canonico ed è proseguita nelle settimane successive a ritmi elevatissimi. Le consegne hanno raggiunto il massimo lavorabile dalle industrie ovvero 400.000 tonnellate di prodotto alla settimana.

“Le piogge dello scorso fine settimana – commenta il presidente Tiberio Rabboni – che, sia pure tardivamente, hanno interrotto l’estate meno piovosa e più calda di sempre, contribuiranno probabilmente ad un’ulteriore accelerazione della maturazione del pomodoro in campo e a picchi di consegne ad imprese di trasformazione che già ritirano e lavorano a pieno regime”.

“Il 2022 è denso di record climatici negativi ma non è dissimile dalle annate precedenti. – aggiunge il presidente dell’OI Pomodoro Nord Italia – Il cambiamento climatico ha purtroppo radici profonde e proiezioni di lungo periodo e come tale va contrastato con strategie globali e misure strutturali”. “Anche per questo chiediamo alla Regione Emilia-Romagna, regione dove si concentra il 70% della produzione del Nord Italia, di supportare gli obiettivi di sostenibilità della filiera e di accompagnarla nella conquista di tre traguardi essenziali allo scopo”.

Il primo traguardo è l’adeguamento nel più breve tempo possibile della disponibilità irrigua. “Le carenze sono note come sono noti i rimedi. – spiega Rabboni – La filiera del pomodoro vuole conoscere quindi con chiarezza l’entità degli investimenti pubblici e quali benefici produrranno”.

Il secondo obiettivo è l’inserimento dei produttori di pomodoro tra i beneficiari dell’Eco-Schema 4 del Piano nazionale PAC 2023-2027. Agli Eco-Schema, come noto è riservato il 25% dei pagamenti a superficie. Il terzo traguardo è l’approvazione dell’aiuto accoppiato per il pomodoro nel Piano strategico nazionale PAC 2023-2027.

“La filiera del pomodoro rappresenta il cuore agroalimentare del Paese per la qualità e quantità della sua produzione, ma anche per il valore che genera in termini di occupazione e posti di lavoro. – dichiara l’assessore Mammi – La Regione Emilia Romagna continuerà a sostenere la filiera con grande forza e convinzione, in particolare in questo momento difficile che stiamo vivendo a causa dell’aumento dei costi energetici e dei cambiamenti climatici”.

In relazione alle richieste di Rabboni e dei rappresentanti della filiera, l’assessore ha puntualizzato: “La siccità ci affligge in modo sempre più preoccupante e ci deve spingere ad aumentare le infrastrutture irrigue e la capacità di stoccaggio e accumulo dell’acqua. Nei prossimi cinque anni, infatti, metteremo a disposizione del comparto agroalimentare 913 milioni di euro. Siamo la prima regione in Italia ad aver avuto l’approvazione del piano di sviluppo rurale di transizione 2021-22. Ci sono 300 milioni di euro di investimenti del PNRR che andranno ad aumentare la disponibilità irrigua e nei prossimi due anni altri 30 milioni di euro del PSR saranno a favore delle aziende agricole per la realizzazione di laghetti consortili. Abbiamo inoltre chiesto di finanziare la realizzazione di nuovi invasi”.

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