La Lombardia si prepara alla nuova Pac. Bolis (Confai): Giudizio positivo sull’alleanza territoriale auspicata da Regione

MILANO – La proposta della Regione Lombardia di attivare una rete istituzionale sul territorio regionale al fine di coinvolgere gli enti locali nel processo di promozione della nuova politica agricola europea è vista con favore dai dirigenti di Confai.
A sottolinearlo è il presidente di Confai Bergamo e Confai Lombardia,  Leonardo Bolis, che ha ripreso le recenti dichiarazioni dell’assessore lombardo all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, Fabio Rolfi, circa l’importanza di far leva sul rapporto con gli enti locali per diffondere le opportunità insite nella nuova programmazione comunitaria per il settore agricolo. Quest’ultima produrrà i propri effetti fino al 2027.
Nei prossimi 5 anni i contributi messi a disposizione dalla Pac in Lombardia dovrebbero raggiungere la cifra complessiva di 835 milioni di euro, distribuiti in 39 misure. “Si tratta di risorse consistenti  – sottolinea Bolis -, ma che implicano al tempo stesso il rispetto di una serie di vincoli e condizioni particolarmente stringenti. In ogni caso le imprese saranno chiamate a fare i conti con la crisi internazionale, puntando soprattutto su iniziative di contenimento e razionalizzazione dei costi di produzione. La difficile congiuntura attuale potrebbe inoltre spingere le imprese a effettuare investimenti più limitati e con previsione ù
di ritorni a breve o medio termine”.
Per quanto riguarda la concreta esecuzione dei nuovi programmi comunitari, Confai pone di nuovo l’accento sull’importanza di un effettivo decentramento dei processi decisionali voluto dall’Ue. “L’enfasi posta dalle istituzioni di Bruxelles sulla maggiore autonomia decisionale degli Stati membri  e degli enti territoriali nella ripartizione dei fondi comunitari per l’agricoltura – sottolinea Enzo Cattaneo, segretario provinciale di Confai Bergamo – fa ben sperare in vista di una possibile inclusione delle imprese agromeccaniche nelle liste dei potenziali beneficiari. Oltre che rappresentare una questione di equità, ciò consentirebbe di dare all’agricoltura del nostro paese lo slancio necessario per tentare di superare la crisi. Le imprese operanti nel comparto dei servizi in conto terzi, infatti, sono disposte ad investire in piani di sviluppo capaci di coniugare tecnologia e rispetto delle risorse naturali”.
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