Peste suina. Confagricoltura Liguria e Piemonte chiedono azioni congiunte tra le Regioni

GENOVA – In seguito agli ultimi 11 casi di positività riscontrati in Liguria, i presidenti delle Federazioni regionali chiedono un’azione sinergica da parte delle due Regioni confinanti.

La notizia diffusa oggi dall’Istituto Zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta circa il ritrovamento di 11 carcasse di cinghiali infetti al confine tra le due Regioni fa crescere ulteriormente la preoccupazione degli allevatori di suini delle aree già colpite dalla PSA.

I presidenti di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia e di Confagricoltura Liguria Luca De Michelis, rappresentanti degli imprenditori agricoli dei territori coinvolti dall’epidemia di Peste Suina Africana, fanno fronte comune e chiedono alle Istituzioni di agire sinergicamente per contenere il dilagare del problema.

“Alla luce dei nuovi casi che fanno salire a 171 per il Piemonte e a 112 per la Liguria il numero degli animali affetti dalla patologia, chiediamo che venga costituito e convocato al più presto un Tavolo permanente interregionale di confronto sull’argomento, che possa ricercare e concordare le iniziative di contrasto all’emergenza” affermano Allasia e De Michelis.

Confagricoltura Piemonte e Liguria ribadiscono che la biosicurezza rappresenta un elemento fondamentale per il contenimento dell’epidemia, soprattutto al fine di prevenire l’ingresso delle infezioni negli allevamenti, ma che senza un intento e uno sforzo comune e coordinato di entrambe le Regioni non si possa arginare la diffusione del virus.

“Non possiamo permettere che il comparto venga penalizzato dalla chiusura di quelle aziende che rientrano nelle Zone infette I e II in continuo ampliamento” continuano i presidenti “Siamo certi che la nostra richiesta verrà accolta nell’interesse di tutti gli attori coinvolti”.

Nel contempo i presidenti sottolineano di aver chiesto alle rispettive Regioni un consiglio aperto per portare a conoscenza del mondo politico la gravità della situazione e la necessità di urgenti risposte per il comparto.

“In Liguria – conclude De Michelis – si stima un numero di capi intorno ai 45.000/50.000. Nella scorsa stagione ne sono stati abbattuti intorno ai 23.000. Numeri che si commentano da soli”.

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