La genesi della tracciabilità. Il Vino Nobile di Montepulciano nella storia: del 1350 uno dei primi documenti al mondo conservato all’Archivio di Stato di Firenze

MONTEPULCIANO (SI) – La grande tradizione storica dei vini di Montepulciano iniziò alla fine del Settecento una parabola discendente che solo dagli anni trenta del Novecento ha iniziato un percorso di rinascita che oggi ha consolidato una realtà produttiva d’eccellenza all’avanguardia in Italia, quella del “Vino Nobile di Montepulciano”.

Questo nuovo corso ha portato negli ultimi anni ad avviare una serie di ricerche sulle tracce dei vini storici poliziani, e sull’importanza di questi nella vitivinicoltura toscana e nazionale del passato. Uno dei documenti più interessanti che testimoniano l’esistenza di un distretto produttivo e di commercializzazione del vino di Montepulciano risale all’epoca medievale, ed è un raro contratto di mercatura del 17 ottobre 1350, conservato presso il fondo Madonna de’ Ricci (crociferi) dell’Archivio di Stato di Firenze.

Si tratta della registrazione notarile di una società di commercializzazione e esportazione del vino prodotto nelle vigne di un esponente della famiglia signorile dei del Pecora di Montepulciano, attraverso l’intervento del mercante Jacopo di Vanni di S. Fiora.

La pergamena, una vera e propria rarità documentale sia per la datazione che per il contenuto, testimonia come ci dice il Repetti nel suo famoso dizionario (Firenze, 1839) che il “vino squisito di Montepulciano, … s’inviasse all’estero da tempi assai remoti” e fu scritta pochi anni dopo la redazione degli statuti di Montepulciano del 1337 che normavano la produzione, la vendita e la fiscalità del prodotto enologico per il quale la città era già nota in quel profondo passato.

Il documento è stato presentato quest’oggi a Montepulciano, in occasione dell’Anteprima del vino Nobile 2023, a cura del Consorzio del vino Nobile di Montepulciano.

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