Montepulciano, la Vecchia Cantina presenta Nomos: un Vino Nobile dedicato all’inclusione sociale e sostenibilità

MONTEPULCIANO (SIENA) – Un vino di grande qualità come il Nobile di Montepulciano, sostenibile per l’ambiente, con una grande attenzione all’inclusione sociale.

Si chiama NO.MO.S 2020.

Non è, insomma, un’etichetta di vino qualsiasi. E’ la novità presentata dalla Vecchia Cantina di Montepulciano ed è espressione di sociale e sostenibilità (ambientale ed economica). Un Vino Nobile prodotto in ottica di welfare rurale in collaborazione con BeeToBee e la cooperativa sociale Betadue di Arezzo a tutela delle persone più deboli.

L’etichetta è l’acronimo di NObile MOntepulciano Sostenibile ed è stata presentata nell’enoteca Vecchia Cantina di Montepulciano. Sono intervenuti: Andrea Rossi presidente Vecchia Cantina (e presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano); Gabriele Mecheri, presidente Coop. Betadue; Mirco Romoli per BeetooBee; Michele Lazzari – Betadue e Gabriele Pieraccini, enologo di Vecchia Cantina che ha presentato il nuovo Vino Nobile di Montepulciano, e l’assessore regionale alle attività produttive della Toacana, Leonardo Marras.

“No.mo.s.” è già sul mercato dal 12 dicembre ed è stato prodotto in 5.000 bottiglie (di cui 1.500 in versione magnum e scatola di legno riciclata) con una distribuzione sull’intero territorio nazionale. Le sue caratteristiche: “vino ottenuto prevalentemente da uve Sangiovese, invecchiato due anni. Ha un colore rosso intenso e un profumo di frutta a bacca rossa, note di vaniglia e pepe nero. Gusto pieno e armonico con una nota finale piacevolmente tannica. Si accompagna con arrosti di carni rosse e selvaggina”.

La particolarità è rappresentata dalla S del nome e cioè dalla sostenibilità. Nella sua carta d’identità figura anche la sigla Esg: environmental (ambiente), social (società) e governance. Termini applicati in ogni fase della lavorazione: nella vigna, con il rispetto di regole e contratti come già avviene ma anche con gli inserimenti lavorativi di persone fragili che trovano nel lavoro non solo una fonte di reddito ma anche uno strumento per migliorare la condizione di vita. Poi ci sono le fasi di lavoro nelle cantine: vinificazione, affinazione e imbottigliamento. Infine un packaging totalmente sostenibile: bottiglia, tappo, etichetta, scatola.

“Insieme a Betadue abbiamo dato origine ad un nuovo progetto condiviso con valori riguardanti l’inclusione sociale  – ha commentato Andrea Rossi, presidente di Vecchia Cantina – non era scontato mettere insieme due realtà completamente diverse ma accumunate da questi valori.

Pensare ad un vino che per la prima volta oltre all’ambiente, oltre la sostenibilità economica, guarda attentamente anche al mondo del sociale, al mondo dei più fragili e quindi alla loro inclusione nei processi lavorativi, è senz’altro qualcosa di importante nel ciclo produttivo della nostra azienda. Vorremmo che questa esperienza potesse essere ripetuta anche in altre realtà, al fine di dare veramente senso a quel termine, che spesso e volentieri viene abusato senza contenuti veri, che è quello della sostenibilità”.

“La tutela dell’ambiente, la sostenibilità sociale, i diritti dei lavoratori – ha commentato Gabriele Mecheri, Presidente Betadue – sono centrali per le comunità e le imprese. Sono racchiuse in un acronimo e cioè Esg. Betadue segue questa strada al suo interno ed è alla costante ricerca di compagni di viaggio in ogni settore. E qui li ha trovati nel Consorzio Vino Nobile e nella Vecchia Cantina di Montepulciano”.

La cooperativa Vecchia Cantina di Montepulciano, nata nel 1937, è la più antica della Toscana e la più grande del territorio. Oggi conta circa 400 soci, uniti da una grande passione e da un obiettivo comune: garantire prodotti di qualità a un prezzo accessibile, nel rispetto della tradizione e dell’ambiente.

Betadue è una cooperativa sociale di tipo B, che si occupa cioè di inserimenti lavorativi. Sede centrale ad Arezzo, è tra le maggiori della Toscana con una gamma di attività che vanno dall’igiene urbana al verde, dal cibo alla comunicazione. Oltre 550 addetti dei quali il 35% sono proprio inserimenti lavorativi.

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