ROMA – L’ingresso massiccio di grano estero – in particolare quello canadese – sta alterando l’equilibrio dei prezzi sul mercato nazionale.
Le recenti affermazioni, come l’incremento dell’82% nelle importazioni e l’uso del glifosato in preraccolta, sollevano dubbi e richiedono ulteriori verifiche da parte delle autorità. Tuttavia, il problema va ben oltre i numeri.
“Il problema va oltre i quantitativi: includiamo scelte regolatorie che incidono sul mercato – osserva il presidente di UNCAI, Aproniano Tassinari -. Le decisioni politiche – dai dazi alle restrizioni applicate a fitofarmaci come il glifosato in preraccolta, oltre a Carbendazim, Malathion, Cyflutrin, Fenoxaprop-P-ethyl e Chlorothalonil – stabiliscono standard precisi per garantire la sicurezza alimentare. «Eppure se dai confini canadesi arriva grano trattato con procedure differenti, ci si chiede: a che prezzo si gioca davvero la liberalizzazione dei flussi commerciali internazionali?”, aggiunge.
Ogni maggio l’attenzione si concentra sulle navi canadesi attraccate nei porti pugliesi, un quadro che rischia di divenire il simbolo ricorrente di un mercato in crisi. In questo contesto in rapido mutamento si rende indispensabile una strategia a lungo termine che ponga i contoterzisti al centro.
“In un’era in cui ogni granello di informatizzazione può fare la differenza per l’impiego ottimale di risorse – acqua, fertilizzanti, pesticidi – il contoterzismo si sta preparando a un futuro high-tech. Occorre facilitare l’adozione di tecnologie smart, soprattutto per chi ne farà uso su larga scala: i contoterzisti”, sottolinea Tassinari.
La strategia di UNCAI si sviluppa su più fronti, partendo dall’innovazione e digitalizzazione per raccogliere dati accurati sulla produttività. A questo si affianca l’investimento in ricerca e collaborazioni con università, centri di ricerca e start-up, per sviluppare nuove colture resistenti agli stress climatici e migliorare i processi produttivi. Ma nessuna di queste misure potrà avere successo senza un adeguato sostegno economico e istituzionale.
Mentre gli agricoltori possono avvalersi dei fondi della PAC, i contoterzisti necessitano ancora di incentivi e programmi su misura. In questo scenario, l’istituzione dell’Albo Nazionale dei Contoterzisti si configura come il tassello mancante per qualificare e sostenere l’intero comparto.
Questo strumento strategico favorirà la creazione di una filiera integrata – dalla produzione alla trasformazione e distribuzione – capace di valorizzare il prodotto nazionale, garantendone qualità, trasparenza e il posizionamento premium “Made in Italy”.
«In funzione di ciò, l’Albo introduce la certificazione delle lavorazioni agromeccaniche effettuate da contoterzisti professionali: un sigillo di qualità fondato su rigorosi parametri ambientali, sociali ed economici, che offre una risposta concreta alle sfide poste dai mercati globali e ai rischi economici derivanti dagli sbalzi di prezzo», spiega Tassinari.
Inoltre, la diversificazione e l’abbandono della monocultura rappresentano non solo una necessità agronomica ma anche una scelta strategica fondamentale, realizzabili grazie al supporto attivo dei contoterzisti, che agevolano il passaggio verso nuovi segmenti di mercato.
Infine, per mantenersi competitivi nel tempo è fondamentale investire nella formazione continua. “L’Albo dei Contoterzisti non intende essere solo uno strumento di riconoscimento, ma anche una piattaforma per corsi e aggiornamenti sulle tecnologie e sulle pratiche innovative, preparando il comparto alle sfide globali”, prosegue il presidente Tassinari.
“La sfida è lanciata: non ci fermeremo davanti alle navi canadesi. Noi equipaggiamo il nostro futuro con tecnologia, cultura, trasparenza e contoterzismo qualificato. Solo così l’Italia potrà garantire che ogni chicco di grano porti con sé la nostra eccellenza” conclude.