Vino. Dazi di Trump bloccati da un piccolo importatore newyorkese

ROMA – Dietro la storica decisione della US Court of International Trade che ha fatto tremare per un attimo la politica dei dazi imposta da Donald Trump, c’è una piccola azienda di import di vini dello Stato di New York, la Vos Selections.

Fondata quarant’anni fa da Victor Schwartz, la società non si sarebbe mai aspettata di finire al centro di una causa capace di terremotare le fondamenta del governo americano.

E invece, tre giudici federali – nominati da presidenti di entrambi gli schieramenti politici – hanno stabilito all’unanimità che Trump non ha l’autorità legale di imporre dazi globali sulla base dell’International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977 mai usata prima in ambito tariffario.

La sentenza, pur mantenendo in vigore alcune tariffe legate alla sicurezza nazionale, ha annullato quelle volute dall’ex presidente per motivi commerciali o politici, come le misure punitive contro il settore agroalimentare europeo, di cui il vino italiano rappresenta un tassello fondamentale.

La notizia, arrivata a Schwartz, è stata accolta con incredulità ed entusiasmo. Rappresenta infatti un precedente giudiziario molto pesante: per la prima volta un tribunale ha tracciato un perimetro preciso rispetto all’utilizzo unilaterale dei dazi da parte della Casa Bianca, aprendo la strada a possibili ricorsi da parte di altri settori e, soprattutto, restituendo speranza a esportatori colpiti dalla politiche protezioniste del tycoon come quelli del settore vitivinicolo italiano ma non solo, che potrebbero finalmente tornare a competere senza barriere sul mercato statunitense.

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