ROMA – “Se il dazio dovesse restare al 30% per l’Europa? Faremo ritorsioni su merci e servizi degli Stati Uniti. Ma continuo ad essere ottimista, in base ai rumors, a quanto trapela dai negoziatori americani, e per il lavoro del commissario europeo per il commercio Sefcovic”.
Lo afferma ad agricultura.it Paolo De Castro, economista e presidente di Nomisma, sull’annuncio di Trump dei dazi per l’Europa.
Senza dietrofront di Trump o accordi con l’Europa, entrerebbero in vigore l’1 agosto su tutte le merci esportate negli Stati Uniti. “Dazi al 30% non hanno senso – dice – i rapporti stretti i colloqui delle ultime settimane non facevano pensare a questa ipotesi. Si può trattare di un’altra azione di bullismo da parte di Trump per alzare il prezzo sulle trattative. E’ chiaro che questa situazione sarebbe devastante per l’Italia e per l’Europa, ma anche per gli Stati Uniti. Non converrebbe a nessuno”.
Anche l’Europa, secondo De Castro, ha armi da giocare: “Faremo ritorsioni su servizi e merci. Anche se arrivare a ritorsioni e controdazi non conviene a nessuno. Ma ricordiamo che sulle merci, anche se la bilancia commerciale è a favore dell’Europa, acquistiamo dagli Usa per oltre 350 miliardi di euro (ed esportiamo per circa 530mld euro). Sui servizi invece la bilancia commerciale è tutta a favore degli Stati Uniti: basti pensare a quello che spendiamo per Amazon, Netflix, Google, X, altre piattaforme social, per fare qualche esempio, per un totale di oltre 500 miliardi di euro. Credo sia interesse nostro e loro trovare un accordo, resto ottimista nonostante Trump”.
Esiste una percentuale di dazio che potrebbe accontentare l’Europa? “No, qualunque dazio crea difficoltà al nostro export. E’ chiaro che una percentuale del 10%, come ha la Gran Bretagna, può essere accettata. Ripeto: resto ottimista. Nei giorni scorsi eravamo al Fancy Food di New York, in cui l’agroalimentare Made in Italy è stato grande protagonista: anche per gli importatori americani un 30% creerebbe un danno significativo, per tutti i costi aggiuntivi alle merci da vendere sul mercato Usa, considerando anche la distribuzione, il packaging. Secondo dati Nomisma, noi esportiamo agroalimentare per un valore di 8 miliardi di euro, e ogni 10% di dazi crea una perdita di mezzo miliardo. Con i dazi al 30% perdiamo 1,5-2 miliardi di euro”.
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