Grano duro, Basilicata. Copagri: Prezzi in calo nonostante qualità ottima e quantità in crescita. Serve Tavolo di crisi

grano

POTENZA – “Dopo le gravi problematiche delle scorse annate cerealicole, caratterizzate da una pressoché totale assenza di produzione, anche questa campagna è caratterizzata dal segno meno, non a livello produttivo, dal momento che la quantità è consistente e la qualità è ottima sia in termini di proteine che di glutine, ma in termini di prezzo.

Le ultime quotazioni della Borsa merci di Foggia, infatti, hanno fatto registrare l’ennesimo calo, con un prezzo del grano duro addirittura inferiore ai 29 euro al quintale, con una cifra leggermente superiore per il prodotto biologico, quotato a circa 34 euro al quintale”.

Lo sottolinea il presidente della Copagri Basilicata Nicola Minichino, riportando la sofferenza che si vive nelle campagne della Regione, strette nella morsa tra gli alti di costi di produzione e le basse remunerazioni.

“A fronte di una situazione produttiva nazionale di grano duro che per l’annata agraria 2024-2025 è stimata in oltre 4,2 milioni di tonnellate, in aumento rispetto all’anno precedente ma anche alla media degli ultimi cinque anni, è inaccettabile vedere un simile calo delle quotazioni, che mortifica i produttori e mette a rischio la sovranità alimentare del Paese”, rimarca Minichino, ricordando che l’aumento produttivo del Paese è direttamente collegato all’incremento delle superfici coltivate, spinto dalle condizioni particolarmente favorevoli verificatosi in regioni come la Basilicata.

“Per tutte queste ragioni, riteniamo non più procrastinabile la convocazione di un tavolo di crisi del comparto, nel quale analizzare nel dettaglio la situazione dei mercati e le possibili proposte per invertire questo pericoloso trend”, prosegue il presidente, facendo appello all’assessore regionale all’agricoltura Carmine Cicala, affinché “si adoperi con urgenza per riprendere la discussione sulle filiere, affrontando tutte le criticità che non fanno decollare il rapporto tra produzione, trasformazione e commercializzazione”.

“Da parte nostra – conclude Minichino – non faremo mai mancare un apporto fattivo e costruttivo, rilanciando la necessità di ragionare sulla possibile istituzione di un marchio di qualità del grano duro lucano e mettendo da parte la logica del personalismo, che in passato ha fatto più di qualche danno, a favore di ragionamenti unitari e concertati che puntino sul grande valore aggiunto rappresentato dalle filiere”.


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