ROMA – “A parte il tempestivo intervento del ministero dell’Interno, a febbraio dello scorso anno, gli altri dicasteri non si sono ancora resi disponibili ad avviare il confronto più volte invocato sull’attuale obbligo dell’RCA per le macchine agricole non circolanti, ritenendo che la questione fosse di natura politica. Eppure, la norma deriva dal recepimento di una direttiva comunitaria”.
Con queste parole Gianluca Ravizza, vicepresidente CAI Agromec, torna sulla questione, ancora irrisolta, dell’obbligo dell’assicurazione RCA a cui sono soggette attualmente anche le macchine agricole non circolanti su strade pubbliche.
“La nostra richiesta – prosegue Ravizza – è condivisa da tutta la filiera. Del resto, se un mezzo agricolo non circola su strada, non può essere trattato come un veicolo stradale. Il principio è già stato riconosciuto in parte per i carrelli elevatori e i mezzi operanti in aree portuali e aeroportuali. Per equità, ora dovrebbe essere esteso anche al comparto agricolo e agromeccanico”.
Scendendo nei dettagli, Ravizza precisa: “Dal 1° luglio 2024, centinaia di migliaia di macchine agricole in Italia – ferme nei magazzini, impiegate solo nei campi o in aree private – si trovano in una condizione di potenziale irregolarità, senza che sia stato predisposto uno strumento assicurativo specifico e adeguato. Una situazione che crea incertezza per imprese e operatori e che si trascina ormai da quasi due anni”.
Sono ben cinque gli emendamenti al disegno di legge “Imprese” (AS 1484), presentati da diverse forze politiche, che potrebbero portare a una soluzione concreta. Gli emendamenti, a firma di Nocco e Fallucchi (Fratelli d’Italia), Durnwalder e Patton (Autonomie), Fregolent (Italia Viva), Bergesio e Bizzotto (Lega) e Giacobbe (Partito Democratico), prevedono di estendere esplicitamente la deroga all’obbligo RCA anche alle macchine agricole e operatrici utilizzate esclusivamente in terreni agricoli, cantieri di lavoro, aree aziendali private e simili.
Sostengono la proposta, oltre ai concessionari, ai rivenditori, ai noleggiatori e ai costruttori, anche gli utilizzatori di macchine agricole, a partire dagli agromeccanici fino alle organizzazioni agricole, alleatisi per sollecitare il Governo a istituire un tavolo tecnico per affrontare la questione.
“Da oltre un anno – osserva Ravizza – ci troviamo quindi a dover adempiere a un obbligo senza avere uno strumento assicurativo adatto: in Italia lavorano centinaia di migliaia di macchine agricole che si trovano in una condizione di potenziale irregolarità. Per questo chiediamo al Parlamento un impegno bipartisan per approvare questi emendamenti”.
CAI Agromec ricorda inoltre che il Governo, con l’art. 18 del ddl “Coltiva Italia”, ha proposto una deroga per le macchine agricole non immatricolate o prive di documenti che operano in fondi agricoli o spazi interni: un concetto che dovrebbe essere esteso a tutti i veicoli agricoli, compresi quelli già immatricolati.
“Le imprese agromeccaniche e agricole più strutturate si sono da tempo dotate di coperture assicurative aziendali che già comprendono i rischi derivanti dalle macchine agricole quando non circolano su strada o spazi interdetti al pubblico – conclude Ravizza – e ci vogliono norme chiare ed eque che non creino conflitti e sovrapposizioni, tutelando sia gli operatori che i cittadini”.
CAI Agromec rinnova quindi l’appello affinché l’articolo 7 del ddl “Imprese” venga modificato approvando gli emendamenti trasversali già depositati, nell’interesse di settori che rappresentano i pilastri strategici dell’economia italiana.