SISSA TREACASALI (PARMA) – Un essiccatoio di ultima generazione per il mais, unico nel suo genere in Europa e che, utilizzando tecnologia tedesca, è in grado di abbassare un punto di umidità ogni tre ore fino ai 12.5 ottimali prima della sgranatura della pannocchia con una capacità di tenuta da 110 tonnellate – pari ad un carico di quattro autotreni – per ognuna della 14 celle di cui è composto.
E’ l’ultimo gioiello presentato nei giorni scorsi in casa Corteva Agriscience, un impianto realizzato in soli nove mesi, nel segno dell’innovazione e della sostenibilità. Un investimento da oltre 9 milioni di euro e già operativo nello stabilimento produttivo di Sissa (PR), il più grande impianto sementiero d’Italia, che sarà in grado di aumenterà l’efficienza delle sementi a marchio Pioneer® prodotte proprio nella cittadina emiliana.
“Questo investimento riflette l’impegno di Corteva a semplificare la produzione di semi di qualità in Europa, e rappresenta un ulteriore passo nella nostra missione di fornire agli agricoltori soluzioni innovative e sostenibili, che si adattino alle sfide attuali e future del settore agricolo” ha detto con orgoglio e un pizzico di commozione Alfredo Martani, production location manager di Corteva Italia presentando in anteprima alla stampa il nuovo essiccatoio.
Alfredo Martani, production location manager di Corteva Italia
Le caratteristiche Ognuna delle quattordici celle è dotata di un ventilatore e un bruciatore con la possibilità di andare ad intervenire sul mais attraverso due cicli di lavoro: un primo ciclo che immette aria calda dalla parte inferiore alla parte superiore andando ad essiccare circa il 60% del prodotto; il secondo ciclo che dalla parte superiore invertendo il flusso arriva fino alla parte inferiore del prodotto andando ad essiccare il rimanente 40% di mais.
L’essiccamento avviene con aria calda spinta a forza nelle celle. Quando viene raggiunta l’umidità desiderata, il processo si interrompe e le pannocchie sono avviate alla sgranatrice, quindi conciate e insaccate. Una tecnologia completamente automatizzata che consentirà a regime anche un risparmio di circa il 30% in consumi di energia e gas metano.
“Un investimento – ha aggiunto ancora Martani – che permetterà di continuare a supportare gli agricoltori che affrontano la crescente domanda, nazionale ed internazionale, di semi di alta qualità necessari per ottenere colture sane e rese abbondanti. Questo nuovo essiccatoio aggiungerà valore al processo produttivo, continueremo quindi a sviluppare semi di qualità superiore, in modo più efficiente”. Una capacità produttiva che negli ultimi quindici anni è addirittura triplicata.
Un investimento che ha come primo obiettivo, per l’azienda che detiene oltre il 50% delle quote di mercato italiano, quello di alzare ulteriormente la qualità del prodotto finito evitando danni al seme e preservandone la capacità di germinazione, per ottenere un raccolto sano e abbondante.
Le sementi a marchio Pioneer® si aggirano su un tasso di germinazione del 93%, nel 60% del prodotto si sale addirittura al 98%. “Siamo oltre i requisiti della legge italiana che richiede almeno un 90% di germinabilità. Già con gli essiccatoi precedenti avevamo risultati d’eccellenza. Con questo, andiamo ancora oltre” ha spiegato ancora Martani.
Gabriele Burato, Country manager Corteva
Lo stabilimento di Sissa, inaugurato nel 1978, è stato acquisito dalla società nel 1981. Negli ultimi anni è stato ampliato notevolmente, con una nuova unità per il condizionamento del mais nel 2019 ed una capacità di trattamento aggiuntiva nel 2020. Supportato da un team di quasi 200 impiegati fissi e stagionali, lo stabilimento è la sede per un ciclo produttivo più veloce degli ibridi a marchio Pioneer® che da agosto a marzo lavora prodotto con cicli di sette giorni su sette h24.
Corteva impiega in Italia circa 500 dipendenti, dislocati tra il quartier generale di Cremona, il centro di ricerca e il laboratorio di analisi di Gadesco (CR), l’impianto Seed di Sissa e lo stabilimento Crop Protection di Mozzanica (BG) mentre il mais prodotto proviene per il 25% da Lombardia, per un altro 25% dal Veneto e per il restante 50% dall’Emilia-Romagna.
Un’attenzione, quella di Corteva Italia, che non si ferma alla sola produzione di qualità ma che guarda anche alla sostenibilità: oltre alla riduzione del costo di energia e gas, dal prossimo anno lo stabilimento sarà fornito con 2500 metri quadrati di pannelli solari rendendolo indipendente energeticamente per circa dieci mesi all’anno.