ROMA – “Il pericolosissimo ‘balletto’ dei dazi messo in scena dall’amministrazione statunitense non fa altro che influenzare negativamente i mercati, incidendo concretamente sulla serenità e sulla capacità di programmazione delle imprese e rischiando di assestare un colpo durissimo all’agroalimentare italiano”.
Lo sottolinea il presidente della Copagri Tommaso Battista a proposito della lettera inviata dagli USA alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
“Bisogna sempre tener presente che le tariffe aggiuntive del 30% recentemente annunciate, e in vigore dall’inizio del mese di agosto, si andrebbero a sommare a quelle già esistenti, sulle quali peserebbero, inoltre, la svalutazione del dollaro e l’aumento delle tasse doganali USA, per un totale decisamente più pesante del mero dazio”, fa notare il presidente, evidenziando che “a destare ulteriore preoccupazione c’è poi la minaccia di ulteriori ritorsioni economiche messa nero su bianco proprio dall’amministrazione statunitense”.
“In ogni caso, parliamo di misure che andrebbero a colpire numerosi prodotti simbolo della dieta mediterranea, quali vino, formaggi e olio extravergine d’oliva, che nel 2024 hanno fatto registrare una crescita a doppia cifra negli USA, con un aumento complessivo del 17% circa”, prosegue Battista, secondo cui “questa percentuale dà la misura della strategicità del mercato USA, secondo a livello mondiale per l’export agroalimentare tricolore, con esportazioni che nel 2024 hanno superato gli 8 miliardi di euro, pari a oltre il 20% del totale di tutta l’Unione Europea”.
“Per tutte queste ragioni, e per moltissime altre, oltre a continuare a lavorare sul versante diplomatico per arrivare a una risposta forte e compatta a livello di Unione Europea, a partire dall’odierno vertice straordinario dei ministri del Commercio dell’UE, è bene accelerare il ragionamento in atto sull’apertura di nuovi mercati, con particolare riferimento ai paesi del Mercosur e a quelli del Sud-Est asiatico, tenendo sempre in debita considerazione l’importanza della reciprocità”, conclude Battista, ricordando che “nelle trade wars non ci sono né vincitori né vinti, poiché si perde tutti”.