ROMA – Delusione per le proposte della nuova Commissione europea riguardo al settore agroalimentare.
È quanto esprime Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare a seguito di incontro dedicato ai temi europei con le principali cooperative che si è tenuto giovedì (4 settembre).
Maretti sottolinea che “questa insoddisfazione è dovuta a due ragioni principali: il taglio delle risorse e un’impostazione che non valorizza le produzioni e la strategicità del settore agroalimentare e della pesca”.
Il bilancio europeo lascia Legacoop Agroalimentare ulteriormente insoddisfatta, «soprattutto considerando l’esito dell’accordo con gli Stati Uniti. Nonostante la delusione, Legacoop Agroalimentare continua a sostenere le azioni dei governi che hanno lavorato per mantenere il fondo dedicato alla Politica Agricola Comune (Pac). «È importante la collaborazione tra i governi, come quella confermata dai ministri l’italiano Francesco Lollobrigida e lo spagnolo Luis Planas Puchades, per l’avanzamento verso il mantenimento del fondo dedicato alla Pac», sottolinea Maretti.
Un obiettivo principale di Legacoop Agroalimentare è «la riattivazione di un fondo per l’agricoltura con risorse sufficienti. È il minimo indispensabile, ci impegniamo a fornire il nostro sostegno in tal senso nei prossimi mesi».
Maretti ha inoltre sottolineato la necessità che l’Unione Europea diventi «un attore più forte e coeso a livello internazionale, specialmente alla luce dei recenti accordi strategici tra Cina, Russia e India. In quest’ottica, l’approvazione dell’accordo con il Mercosur, che prevede garanzie minime di salvaguardia per le produzioni agricole più a rischio, è vista come una prospettiva essenziale: riteniamo necessario che le salvaguardie scattino in maniera automatica», spiega.
«Non si può valutare l’accordo con un mero esercizio contabile,chi perde e chi guadagna perché rispetto a quando è partita la negoziazione abbiamo di fronte un altro mondo, meno basato sui mercati di consumo e più tarato sulle volontà di confronto tra blocchi continentali che cercano un nuovo equilibrio. In questo quadro la Ue non può che presentarsi più federale e non disarticolarsi in un aumento di scelte di politica nazionale. Il contesto geopolitico attuale rende ancora più urgente l’esigenza di una politica agricola europea solida, in netto contrasto con la situazione che c’era anche soltanto dieci anni fa», conclude Maretti.