TREZZO SULL’ADDA (MI) – È il Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori Nord-Occidentale, Giuseppe Fumagalli, a prendere una posizione netta e senza compromessi contro la recente ipotesi di ridurre ulteriormente il prezzo del latte riconosciuto agli allevatori.
“Non ci stiamo. È un abuso inaccettabile contro gli allevatori italiani – dichiara Fumagalli – che in questi ultimi dieci anni hanno sostenuto investimenti enormi sul fronte del benessere animale, dell’innovazione tecnologica e delle infrastrutture aziendali, migliorando standard qualitativi e di sostenibilità ambientale. Abbassare ora il prezzo del latte significa calpestare il lavoro, i sacrifici e la dignità di migliaia di aziende agricole che rappresentano un presidio fondamentale per l’economia e i territori rurali italiani e che sono all’origine di una filiera che rischia di vedere fallire migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori”.
AIC denuncia inoltre come, in diverse realtà, siano già stati disdettati contratti di conferimento del latte, nonostante la produzione nazionale non copra i fabbisogni interni, sia per la trasformazione dei formaggi D.O.P., simbolo del Made in Italy, sia per la produzione di formaggi da tavola e latte alimentare.
Il valore agricolo del latte è stato di oltre 7 miliardi di euro nel 2024, considerando latte vaccino, ovicaprino e bufalino, mentre il valore dell’industria lattiero-casearia, di circa 18,5 miliardi di euro, pari al 10% del fatturato agroalimentare nazionale. Il numero di allevamenti bovini è di circa 24.000, con 2,6 milioni di capi. La produzione di latte vaccino, oltre 13 milioni di tonnellate nel 2024.
Il prezzo medio alla stalla è stato di circa 59 €/100 litri nei primi 5 mesi del 2025, con un incremento del 16% rispetto al 2024. Invece il Prezzo medio UE è stato a 53 €/100 kg a maggio 2025. Quanto all’Export di formaggi e latticini, è stato di oltre 5,4 miliardi di euro nel 2024, con 658.000 tonnellate esportate.
Tuttavia, la produzione nazionale è in lieve calo: -1% nel primo quadrimestre 2025 e l’industria di trasformazione è più cauta, segnalando un calo degli ordini e incertezze geopolitiche.
“Chiediamo immediatamente un confronto con il Governo e il Ministero competente – prosegue il presidente dell’AIC Nord-Occidentale, profondo conoscitore della questione in quanto del settore – perché questa deriva va fermata sul nascere. Non è accettabile che, in un momento in cui il Paese non raggiunge l’autosufficienza produttiva, si giochi al ribasso sul prezzo del latte, mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende e la qualità del nostro sistema agroalimentare. Siamo pronti a manifestare ad oltranza per difendere gli allevatori italiani”.
L’AIC ribadisce quindi la necessità di aprire al più presto un tavolo di crisi con le istituzioni, le organizzazioni agricole e la filiera lattiero-casearia, per garantire un prezzo equo e sostenibile che tuteli la produzione nazionale, la dignità degli allevatori e il valore del Made in Italy.