Dazi pasta, Legacoop Agroalimentare: Misure USA sproporzionate e ingiustificate. Serve chiarezza nei rapporti con chi si definisce nostro partner

ROMA – Si è tenuta lunedì pomeriggio al ministero degli Esteri la sesta riunione della task force sui dazi statunitensi, convocata per discutere degli ultimi aggiornamenti sul commercio transatlantico.

Legacoop Agroalimentare ha partecipato ai lavori, incentrati sui dazi preliminari antidumping fissati dal Dipartimento del Commercio Usa al 91,74% nei confronti di numerose aziende italiane esportatrici di pasta.

Nel corso della riunione sono stati illustrati i passi immediatamente avviati dal Governo italiano per sostenere i produttori nazionali. L’esito provvisorio delle indagini statunitensi è stato giudicato sproporzionato e privo di fondamento, anche perché non ha tenuto conto della collaborazione offerta dalle imprese italiane coinvolte.

È stata già depositata una memoria formale a difesa delle aziende, mentre la Commissione Europea ha presentato un documento di analogo contenuto e avviato contatti diretti con le autorità americane.

“Le parole del ministro Francesco Lollobrigida, in visita negli Stati Uniti, vanno nella giusta direzione”, ha dichiarato Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare. “È importante che il Governo e la diplomazia italiana continuino a muoversi con determinazione per difendere un settore che rappresenta un pilastro del Made in Italy e un simbolo riconosciuto della nostra qualità”.

Successivamente, Maretti ha aggiunto una riflessione più ampia sul contesto internazionale. “Non può passare come un dettaglio che tutto questo lavoro nasce da un Paese che noi consideriamo amico. C’è un’incoerenza profonda nei comportamenti e un rischio evidente per la solidità dei rapporti commerciali. Difendere la nostra filiera significa anche pretendere rispetto reciproco e coerenza da chi si definisce nostro alleato”.

Maretti ha inoltre richiamato l’attenzione sul quadro economico della filiera: “Grazie al lavoro di Ismea emerge con chiarezza come il differenziale tra costi di produzione e ricavi resti ancora troppo ampio per garantire una corretta remunerazione agli agricoltori”.

“Risulta, infatti, un costo medio di 318,0 €/t contro un prezzo medio pagato agli agricoltori di 295,5 €/t”, continua Maretti. “Misure commerciali sproporzionate come queste rischiano di aggravare ulteriormente tale squilibrio, indebolendo un sistema produttivo che invece andrebbe sostenuto e valorizzato”.

Legacoop Agroalimentare conferma la propria vicinanza alle imprese coinvolte e la piena disponibilità a collaborare con le istituzioni italiane ed europee per difendere la competitività dell’agroalimentare italiano e mantenere aperti e leali i rapporti commerciali transatlantici.

Informazione pubblicitaria