Toscana e qualità: la carica delle 90mila

FIRENZE – Profilo di colline con campi di grano, distese di olivi, filari geometrici di viti. E’ la campagna toscana. La cartolina  è servita, ma per raccontare ciò che da quei campi si trasferisce sulle nostre tavole serve anche altro. Occorre guardare con attenzione come, ogni giorno, le circa 90mila imprese agricole toscane innalzano la diga della qualità e dell’identità territoriale per difendere i nostri prodotti dal vento impetuoso della globalizzazione: il vino, il nostro prodotto ‘bandiera’ vanta il record assoluto delle certificazioni di qualità (41 i Doc), altri 19 prodotti, dall’olio al miele, dal pecorino al prosciutto, sono certificati dall’Ue (e ulteriori 23 lo saranno presto), e nel censimento dei prodotti tradizionali, ben 451 vengono dalla nostra regione.
L’alone di genuinità che circonda tutto ciò che profuma di Toscana non è quindi giustificato solo dal mito ma da un’azione quotidiana e certosina di un comparto capace di ricercare un costante e dinamico mix tra tradizione e innovazione.
Il peso economico
Le aziende catalogate come agricole sono 90mila, cui occorre aggiungere le 5.200 imprese agroalimentari. Nel 2005 hanno prodotto complessivamente un valore aggiunto di 2.924 milioni di euro, di cui 1.634 milioni riguardano il settore agricolo e l’agriturismo, 1.227 l’industria agroalimentare, 63 la pesca. In termini percentuali il peso dell’agricoltura toscana è pari al 6,7% di quella nazionale.
Il lavoro
Il comparto complessivamente conta oltre 81mila addetti: due terzi (54.578) si occupano di attività propriamente agricole, il resto è distribuito tra le industrie alimentari (24.280) e la pesca e la piscicoltura (2.600). Lenta ma progressiva la crescita nel comparto della componente ‘rosa’ (18mila sono le occupate, mentre ammonta al  30% la quota di aziende condotte da donne) e dei giovani: in Toscana sono 23.600 gli occupati in agricoltura al di sotto dei 39 anni (pari al 40% del totale). Ben 900 nuove  aziende condotte da giovani sono nate nel periodo 2000-2005 grazie al premio concesso nell’ambito del Piano di sviluppo rurale.
Le colture
Le aziende agricole che operano in Toscana coltivano una superficie agricola di oltre 750mila ettari (mediamente le aziende hanno un’estensione di 8,8 ettari). I cereali occupano quasi 200mila ettari, seguiti da olivo (oltre 92mila ettari) e vite (62mila), da coltivazioni di girasole (più di 20mila ettari) e ortaggi (12.200). Superano i 100mila ettari le colture biologiche e sono circa 3mila gli operatori biologici iscritti nel registro regionale.
I numeri della qualità
La Toscana è una delle regioni più certificate in Italia: 19 prodotti agroalimentari (erano 10 nel 2000) hanno ottenuto dall’Unione europea la denominazione di origine protetta o l’indicazione geografica protetta (Igp): tra i più recenti ingressi la castagna dell’Amiata e il fagiolo di Sorana, il miele della Lunigiana e lo zafferano di San Gimignano. Riconoscimento in arrivo anche per altri 23 prodotti: dallo zafferano delle colline fiorentine alla carne di suino cinto toscano, dal marrone di Caprese Michelangelo all’olio extravergine delle colline di Firenze. A tutte queste produzioni di qualità si dedicano oltre 13mila aziende.
Vino e olio
Sono le nostre due produzioni per eccellenza. Le aziende vinicole producono circa 3milioni di ettolitri all’anno alimentando, tra l’altro, un considerevole export: nel 2005 è stato di 487 milioni di euro, pari al 17% del totale nazionale. E notevole e di qualità è anche la produzione di olio: circa 156mila quintali nel 2005.
Il vino vanta il record assoluto delle certificazioni di qualità: dal Chianti al Morellino, dal Brunello di Montalcino al Nobile di Montepulciano si contano ben 41 vini a Denominazione di origine, di cui 5 Docg e 36 Doc.
Florovivaismo
Sono 3.600 le aziende florovivaistiche, che utilizzano appena l’1% della superficie agricola, eppure da sole coprono il 20% della produzione del comparto. Attualmente il settore vive una fase di luci e ombre: se da una parte, infatti, assistiamo alla costante crescita del vivaismo, è invece molto delicato il momento delle aziende specializzate nella produzione di fiori.
Zootecnia
E’ calato vertiginosamente nel corso degli anni il numero degli allevamenti toscani, soprattutto per la chiusura di quelli più piccoli: nel solo triennio 2000-2003 il calo è stato del 60%. Oggi le aziende sono poco più di 18mila. Con il ritorno della bistecca con l’osso prosegue il rilancio degli allevamenti bovini (94mila i capi allevati), mentre vivono una fase delicata le aziende avicole (1milione e 300mila capi) e, per la crisi del prezzo del latte, quelle ovine (474mila le pecore allevate). Tra gli allevamenti toscani sono censiti anche 658 mila conigli e 252 mila maiali.
Agriturismo
Oltre 3.500 aziende per circa 43mila posti letto. E’ questa la fotografia dell’agriturismo toscano. Numeri che configurano una leadership indiscussa: in Toscana si trovano il 24 per cento delle imprese italiane, quasi una su quattro. All’interno del comparto cresce gradualmente il numero di aziende che offrono servizi di ristorazione (sono 746, pari al 21,2%) e che sviluppano attività ricreative e culturali (546, il 15,5).
Quanto alla distribuzione territoriale è sempre Siena la provincia con un maggior numero di agriturismi (940), seguono Grosseto (772), Firenze (535), ed Arezzo (385).
Le presenze agrituristiche sfiorano i 2milioni e mezzo annui, con un tasso di permanenza degli ospiti pari a 5,6 notti, superiore alla media delle altre strutture ricettive. Per quanto riguarda le provenienze dall’estero, gli arrivi dalla Germania si collocano al primo posto (26,5 sul totale degli stranieri), seguiti dagli Usa (12,3), dal Regno Unito (10,9), e dai Paesi Bassi (8,9).

Informazione pubblicitaria