Turismo del vino, grandi promesse poche risorse

Presentato il V rapporto Città del Vino-Censis sul turismo del vino – Da una parte un fenomeno in crescita, con oltre 2,5 miliardi di € di fatturato e 4 milioni di enoturisti; dall’altra una carenza di risorse che permette una gestione ancora “minimalista”, ai limiti del volontariato, delle Strade del Vino E’ di appena 5 mila € al mese (61 mila € l’anno) la spesa media per il personale, le spese correnti e le attività di promozione delle Strade del Vino italiane. Una spesa cresciuta di appena il 10% rispetto al 2004, in linea con la crescita composta dell’inflazione, che rivela come avveniva in passato la limitatezza delle risorse per il turismo del vino Sono cresciute in compenso la consapevolezza delle grandi potenzialità dell’enoturismo per lo sviluppo del territorio, e soprattutto le azioni promozionali messe in campo per intercettare arrivi e presenze Nel triennio 2004-2006 il numero di manifestazioni organizzate lungo le Strade del Vino ha superato quota 13, più di una al mese, contro le 9,7 manifestazioni che venivano organizzate nel 2002 Per la parte pubblica tra i canali di finanziamento utilizzati dagli amministratori comunali per le politiche di sviluppo enoturistico le risorse di bilancio rappresentano il 61%, gli altri finanziamenti regionali il 22%.

In termini di flussi, prescindendo dalla qualità e selettività delle iniziative, il numero medio di visitatori delle Strade del Vino tende a raddoppiare: erano 11.800 nel 2004, sono 20.200 nel 2006 Limitatamente alle oltre 100 Strade del Vino esistenti in Italia (molte però ancora sulla carta) sono oltre 2 milioni le persone coinvolte nelle attività o nei luoghi di questi itinerari, presenti da nord a sud. E mentre il passaparola si riconferma come il principale canale di scelta delle destinazioni, anche Internet diventa uno strumento sempre più determinante per il “fai da te” del viaggio enogastronomico.
Alla crescita di importanza dell’enoturismo non corrispondono maggiori risorse pubblico private per mettere a sistema le iniziative e orientarle meglio verso obiettivi di sviluppo comuni Il turismo del vino, come dimostrano i dati degli ultimi anni, rappresenta una grande opportunità per le economie e la qualità dei nostri territori, ma c’è un grande potenziale ancora inespresso che ha bisogno di maggiori sinergie per concretizzarsi.

Il V Rapporto in sintesi

Ben 9 Strade su 10 hanno un sito Internet, 7 su 10 un codice di qualità, 7 su 10 fanno la formazione del personale, 6 su 10 organizzano tour, ben 8 su 10 segnalano i ristoranti del territorio, ma appena 1 Strada del Vino ogni 10 pratica politiche di sconto e convenzione per i turisti e tra i punti di forza dell’offerta troviamo al primo posto la qualità del paesaggio, seguita dalla qualità dei prodotti alimentari, dei vini e della ristorazione tipica. Sicuramente da migliorare la qualità dell’accoglienza in cantina e la diffusione dei punti di degustazione. Da una parte prosegue l’onda lunga della deriva “modaiola” iniziata da circa 20 anni, fa notare il V rapporto, dall’altra cominciano a manifestarsi anche sintomi di rallentamento, se non di stanchezza.
I volumi dei turisti nazionali e stranieri che si muovono per destinazioni enogastronomiche continuano a crescere, ma a ritmi meno sostenuti del previsto; i “fatturati” generati da questi turisti sembrano almeno stazionari, sia al livello di indotto che per acquisti diretti in cantina.

Un quadro complessivamente dinamico ma sempre più articolato, con alcuni esempi virtuosi di fuga in avanti ma anche sintomi di delusione e precoce maturità
“Un organismo giovane, con gli squilibri tipici di una crescita tumultuosa ma anche con un enorme potenziale di sviluppo ancora da esprimere”

Questo l’identikit del turismo enogastronomico italiano, secondo Fabio Taiti, presidente di Censis Servizi e curatore del Rapporto ”Il panorama dell’offerta presenta almeno quattro tipi di faglie divaricanti – sottolinea Taiti – Tra vini di tendenza e di identità, tra gastronomie della banalizzazione e dello sbigottimento, tra territori sovraffollati e rarefatti, tra dominanze e marginalità delle relative economie.
Ne emerge un quadro ancora simile a un puzzle scomposto, che trova però crescenti sintonie con la nuova domanda di turismi e leisure, sempre più articolata tra tribalismi delle minoranze evolute e politeismi delle maggioranze neo-consumiste Dopo il relativo stallo degli ultimi anni – conclude Taiti – si prospetta dunque per il turismo del vino italiano uno scenario di nuovo dinamismo e grande sviluppo, tra selezione delle destinazioni elitarie e decollo dei nuovi territori”.

Riguardo alla scelta e alle occasioni di acquisto si impone anche nel turismo enogastronomico una crescente autonomia del consumatore – Nella formazione degli orientamenti sulle destinazioni s’impone come strumento forte il passaparola, anche se contano ancora molto le riviste di settore; nelle organizzazioni del viaggio s’impone invece il metodo del “fai da te”, rispetto alle proposte già organizzate, e Internet su molti mezzi di informazione – Nella composizione del “paniere” (visite, ristorazione, soggiorno, etc) cresce rapidamente la tendenza allo “spacchettamento”, a sciogliere cioè le proposte d’acquisto nei componenti elementari e a ricomporli in base alle proprie esigenze.
Ma chi è il turista del vino secondo gli operatori?
Come risulta dai questionari sono turisti curiosi, con poca conoscenza del vino, nel 38% dei casi; di conoscenza di medio livello nel 42% dei casi; turisti esperti di vino nel 20% – Relativamente alle fasce di età sono 30-50 enni nel 55% dei casi.
Ma sono in flessione i giovani con meno di 30 anni (-3% nel 2006 rispetto al 2005), mentre sono stabili gli ultrasessantenni (25%).
Crescono inoltre dell’11% i turisti di provenienza remota (oltre 300 km), ma calano del 10% quelli che si spostano da una raggio di meno di 100 km.
Sono attratti dall’offerta enogastronomica il 51% dei turisti; da altri fattori il 49%.

Il turismo del vino rimane ancora appannaggio delle classi di reddito medio e medio alto con una sostanziale marginalizzazione dei ceti popolari. Crescono infatti i livelli alti (+ 3%), calano i livelli medi e inferiorio (-2 e –1%) – Segno che non sono state ancora sviluppate tariffe “low cost” e progetti mirati per allargare il bacino dei potenziali clienti.
Il turismo di coppia sembra essere il tratto distintivo dell’enoturismo (38%), ma anche un turismo di “tribù”, da sperimentare nel gruppo di amici (29%) e in famiglia (24%).
C’è una quota significativa di singles (9%) .
La spesa media giornaliera dell’enoturista (oggi a 167€) cresce in tre anni poco più dell’inflazione; quella in vino aumenta la sua quota del 3%.
Il rapporto tra la spesa in cantina e quella sul territorio rimane invariato: per ogni euro speso in cantina se ne spendono 4-5 € in acquisti turistici.
Un altro aspetto interessante riguarda la provenienza degli enoturisti stranieri – I nord americani tornano nel 2006 a fare turismo del vino in Italia (+2%), ma tedeschi, austriaci e svizzeri calano di 9 punti.
Se la qualità dell’offerta è sufficiente per i fattori base (cantine, ristorazione, eventi), è ancora medio bassa per i servizi più evoluti (enoteca di sistema, museo del vino, strade, artigianato).
Secondo gli operatori il vino è “centrale” per lo sviluppo turistico del territorio nel 47% dei casi; “complementare” nel 44% dei casi; “marginale” solo nel 9% delle risposte.
E’ “centrale” più tra gli amministratori pubblici che tra i produttori.
La realtà rappresentata dagli operatori indica un grande potenziale di sviluppo quasi tutto da esprimere.
Però dominano le scarse risorse di bilancio (61%) e latitano canali di finanziamento alternativo come il fund rising di tipo consortile.
Tra i canali di finanziamento utilizzati dagli amministratori comunali le risorse di bilancio rappresentano il 61%, gli altri finanziamenti regionali il 22%.

E’ la Franciacorta a occupare quest’anno la classifica dei 10 migliori siti delle Strade del Vino, stilata da Città del Vino e Censis servizi – La Strada del Vino della Franciacorta, in undicesima posizione nel precedente rating del 2004, sale la vetta della “top ten” dei siti italiani di enoturismo per le caratteristiche tecniche del portale, i servizi online offerti, il grado di informazioni dedicate al territorio, quelle sulla filiera del vino, sui prodotti gastronomici e sui servizi turistici disponibili.

Link: www.cittadelvino.it

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