Titolo V, Comunità Montane dentro al percorso di applicazione

Comunità montane unico ente associato riconosciuto per la governance del territorio montano.
Non un quarto livello di governo, ma – nel percorso di applicazione del nuovo Titolo V – strumento necessario a garantire lo sviluppo locale, la dotazione dei servizi fondamentali e l’adeguata perequazione fra territori prevista dall’art. 119 della Costituzione, scongiurando così l’Italia della “doppia velocità”.

Questo il senso dell’intervento del Presidente dell’Uncem Enrico Borghi nel corso dell’audizione di oggi pomeriggio presso la Commissione parlamentare per le Questioni regionali sulle problematiche relative all’attuazione del Titolo V, parte II, della Costituzione presieduta dall’On. Leoluca Orlando.

“Guardiamo con molta attenzione al lavoro che il Parlamento svolgerà su questa partita – ha detto Borghi  – e crediamo sia questa la sede opportuna a definire correttamente l’applicazione di uno strumento che sconta una serie di problematiche. Prima fra tutte il municipalismo differenziato che caratterizza la nostra Italia”.

“Già nella parte fondamentale della Costituzione – ha continuato il Presidente dell’Uncem –  il legislatore aveva recepito la necessità di un’attenzione specifica ad un pezzo importante del Paese, qual è il territorio montano. E siccome non stiamo discutendo di un’altra Carta costituzionale, ma dell’applicazione degli stessi principi – seppure declinati nella composizione territoriale –  nell’attuare gli articoli 114, 117, 118  e 119 non si possono dimenticare gli articoli 3, che sancisce la pari dignità di tutti i cittadini, 5 che riconosce e promuove le autonomie locali, e 44 che dispone specifici provvedimenti per le aree montane”.

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