Terremoto giudiziario nelle vigne senesi: Brunello e Nobile senza testa

Il vino senese famoso nel mondo finisce sotto inchiesta catturando l’attenzione dei buyer nazionali e internazionali oltre che le prime pagine dei giornali e, soprattutto, lo sguardo vigile del Ministero e degli organi preposti al controllo e alla verifica sulla qualità. Irregolarità sul disciplinare di produzione e sull’origine del prodotto, frode in commercio e trucioli. Dopo il Brunello, è toccato al Nobile e alla Vernaccia di San Gimignano. Se le irregolarità ci sono è giusto che vengano a galla ma non facciamo di tutta l’erba un fascio. I casi delle diverse denominazioni d’origine si differenziano tra loro per gravità, procedure, tempi e modalità. Ma ancore le indagini della magistratura sono in corso. Accomunare il tutto in un unico scandalo del vino è dannoso per la verità dei fatti in primo luogo e per l’immagine di ogni singola produzione in seconda battuta con le conseguenti ripercussioni sul mercato, sui produttori e sul vasto numero di lavoratori che a Montalcino, Montepulciano o San Gimignano vivono sul vino e grazie al vino.

Brunello: il Consorzio fuori dal Comitato di Garanzia ed il presidente Cinzano si dimette – Ultima notizia in ordine temporale la costituzione di un Comitato di Garanzia per coordinare e provvedere alle attività di controllo sulla produzione del Brunello. Si traduce così in fatti l’annuncio dei giorni scorsi del Ministro per le Politiche Agricole e Forestali  Luca Zaia. Ma, notizia nella notizia, è che il comitato non è nato sotto la spinta del Consorzio del Brunello ma sotto quella del ministero; non solo, a farne parte non ci sarà nessun rappresentante del Consorzio. I tre membri saranno Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, la Federazione che associa tutti i consorzi di tutela del vino; Vasco Boatto, docente di Economia agraria all’Università di Padova e direttore del corso di Enologia presso lo stesso ateneo; Fulvio Mattivi, responsabile del laboratorio di analisi dell’Istituto di San Michele all’Adige. A loro il compito per sei mesi di verificare la piena rispondenza tra Piano dei Controlli e immissione del prodotto al consumo. Qualora il Comitato dovesse individuare non rispondenze o problemi specifici legati al prodotto, dovrà proporre al Ministro e alle autorità competenti interventi straordinari per assicurare il pieno rispetto delle regole. Alla notizia della costituzione del Comitato di Garanzia segue poco dopo quella delle dimissioni del presidente del Consorzio di Tutela del Brunello di Montalcino, Francesco Marone Cinzano.  Le dimissioni sono state presentate oggi pomeriggio sia da presidente sia da consigliere al direttivo del Consorzio riunito nella sede di Montalcino. Marone Cinzano lascia e resta socio del Consorzio, ha spiegato l’ex presidente, per contribuire a mantenere unito ed evitare una frattura all’interno del Consorzio.

Nobile, accusa di frode in commercio. Il presidente del Consorzio si autosospende – Il caso della celebre denominazione di Montepulciano non ha niente a che fare con sofisticazioni del vino con sostanze nocive quanto invece, questa l’accusa, con il taglio con uvaggi non previsti dal disciplinare. Il capo di accusa è “frode in commercio”. L’inchiesta, avviata circa un paio di settimane fa, ha portato al sequestro di circa 120mila ettolitri di vino della cooperativa Vecchia Cantina. La stessa accusa di taglio con uve non previste dal disciplinare è stata rivolta anche alla storica cantina Gattavecchi, guidata da Luca Gattavecchi che è anche presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Per questa azienda però non è stato effettuato alcun sequestro di vino. “L’avviso di garanzia – dice Gattavecchi – è un atto dovuto da parte della magistratura: le indagini sono in corso, mi sono messo a disposizione degli inquirenti per fornire tutti gli elementi utili alle ricerche ed all’accertamento della verità. Se è sorto un sospetto, è giusto che si faccia chiarezza: attendiamo con fiducia l’esito delle indagini. L’indagine si svolge nell’interesse dei consumatori ma anche dei produttori a cui sta particolarmente a cuore che si accerti la genuinità del nostro vino e la rispondenza delle sue caratteristiche qualitative alle normative vigenti”. Piena disponibilità alle indagini dimostrata anche e soprattuto dall’autosospensione dalla carica di presidente del Consorzio che è avvenuta proprio oggi (9 giugno). “La decisione è stata assunta in accordo con la Giunta dell’associazione dei produttori – si legge nella nota stampa diffusa dal Consorzio – ed è stata contestualmente comunicata al Sindaco di Montepulciano. Assume temporaneamente la carica di Presidente il vicario, Federico Carletti, titolare dell’azienda “Poliziano. In tal modo – si fa sapere dal Consorzio – Luca Gattavecchi potrà affrontare con maggiore autonomia, serenità e disponibilità di tempo l’indagine a cui è sottoposto. Inoltre, fin dall’avvio dell’inchiesta, Gattavecchi ha sottolineato la distinzione tra il suo ruolo di Presidente e quello di imprenditore. Con l’autosospensione il rischio di sovrapposizione tra i due ruoli si annulla completamente”.

San Gimignano, si parla di trucioli in vini a denominazione – Nel caso dei vini prodotti sul territorio della città turrita a finire sotto inchiesta è una singola azienda alla quale sono stati sequestrati alcune decine di ettolitri di Vqprd che si sospetta essere stati invecchiati con trucioli mentre la pratica è consentita solamente per i vini da tavola e Igt. A parlare, in questo caso, a nome del Consorzio della denominazione di San Gimignano, è il presidente Giovanni Panizzi: “A differenza degli altri importanti Consorzi toscani (Chianti, Brunello e Nobile), il Consorzio della denominazione di San Gimignano non ha ancora ricevuto dal ministero delle Politiche agricole l’incarico definito ‘erga omnes’, la nomina cioè a organo competente per attuare il piano dei controlli a tutta la filiera produttiva dei vini Doc. Questo significa che come Consorzio non abbiamo ancora gli strumenti necessari per un controllo della produzione che vada dalla vigna alla cantina. Da questa mancanza deriva il fatto che il Consorzio non ha vie ufficiali per venire a conoscenza di eventuali controlli da parte della magistratura: i soci non sono obbligati a comunicarli, la magistratura non chiede chiarimento sui controlli effettuati dal Consorzio, semplicemente perché non aveva l’autorità per effettuarli. Quello che certamente posso dire è – conclude Panizzi – che la presenza dei chips in una cantina non significa che ci sia necessariamente una irregolarità”.

Per Rivella la qualità non si “disciplina” – A concludere, sempre in merito ai disciplinari, il parere di uno dei padri fondatori del Brunello di Montalcino che ha contribuito alla diffusione e al successo del vino ilcinese nel mondo. Ezio Rivella, in occasione della presentazione del suo libro “Io e Brunello. Come portai Montalcino nel mondo” nei locali di Enoteca Italiana, ha precisato: “I vini di qualità non dipendono dal disciplinare quanto invece dal lavoro dell’uomo e dalla tipicità del territorio. Norme e regole elastiche hanno permesso al Brunello in passato di essere personalizzato  rendendolo la prima denominazione in Italia a conquistare i mercati di tutto il mondo.Montalcino e il suo vino principe stanno vivendo un momento di disorientamento che credo investirà anche le altre denominazioni italiane (sembra quasi una premonizione) La qualità in bottiglia non può essere imposta da un decreto – ha proseguito Rivella –, è il frutto di un virtuosismo messo in pratica da produttore e tecnici. Su questo dovremmo seguire l’esempio francese invece di complicarsi la vita con regole ferree".

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