Prime previsioni per la vendemmia 2008

Prime previsioni dell’Associazione Enologi Enotecnici Italiani – Organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore vitivinicolo – Assoenologi sulla produzione 2008, valide sino a fine ottobre, periodo in cui l’Assoenologi presenterà i dati definitivi. Sono il risultato dell’elaborazione di migliaia di rilievi fatti attraverso diverse fonti. La base è data dalle valutazioni condotte a livello locale dalle diciassette sedi periferiche, questi dati vengono quindi confrontati con un’altra moltitudine di informazioni ottenute in modo autonomo dalla sede centrale dell’Assoenologi.

La quantità diminuisce e la qualità aumenta – La produzione mondiale di vino, sulla base della media del triennio 2004/2006 (ultimo dato disponibile), è di circa 300 milioni di ettolitri, di cui 170 provengono dai Paesi dell’Unione Europea, che produce pertanto poco meno del 60% del vino mondiale. Il 17% della produzione mondiale ed il 30% di quella comunitaria “parlano italiano”. La media delle nostre produzioni è diversa a seconda dei periodi considerati. Essa, infatti, è di 59,2 milioni di ettolitri se riferita al decennio 1988/1997, cala a 50,6 milioni di ettolitri se rapportata al periodo 1998/2007, per diminuire a 48 milioni se calcolata sugli ultimi cinque anni. Parallelamente è mutata la superficie di uva da vino che nel 1980 era di 1.230.000 ettari, nel 1990 era scesa a 970.000 ettari ed oggi è di 711.000 ettari (fonte Istat). Negli ultimi diciotto anni si sono persi 259.000 ettari di vigneto, più di quanti ne hanno oggi la Lombardia, la Puglia e la Sicilia insieme.

Il comparto in cifre – Il business dell’intero settore vitivinicolo è di circa 13 miliardi di euro, di cui quasi 3,5 miliardi dati dall’esportazione. A questo si devono aggiungere almeno altri 2 miliardi di euro, riferiti alla tecnologia di cantina. Infatti la tecnologia di cantina italiana è la più diffusa al mondo. Secondo l’Assoenologi il 60% della produzione è di vino rosso ed il 40% bianco. Più del 50% della produzione di vino italiano è detenuta dalle cooperative. Le imprese in possesso di registro di imbottigliamento sono circa 30.000 ed ognuna mediamente, sempre secondo i dati elaborati da Assoenologi, detiene cinque diverse etichette. Le aziende produttrici di uva da vino in Italia sono oltre 700.000. Nel 1990 erano 810.000.

Vent’anni di evoluzione – Il vino italiano in vent’anni è passato da “alimento” a “genere voluttuario”. Per dieci anni, fino al 2002, le nostre esportazioni sono ininterrottamente cresciute, raggiungendo primati di tutta considerazione. Nel 2001 il vino in bottiglia ha superato nelle vendite all’estero quello sfuso. Nel 2002 negli Stati Uniti d’America i nostri vini tranquilli hanno superato quelli francesi, sia in quantità che in valore: gli Usa oggi sono il nostro primo mercato d’oltreoceano. Nel 2003 il settore vino ha raggiunto il primo posto nell’agroalimentare, nel senso che su 100 euro esportati 20 sono da imputare a prodotti derivanti dal vigneto. Attualmente la voce “vino” costituisce mediamente il 40% delle nostre esportazioni agroalimentari in Canada, negli Stati Uniti d’America ed in Giappone.

Il 2008 – I dati riferiti ai primi quattro mesi del 2008 mostrano, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, una crescita del 9% dei valori, mentre i volumi flettono del 7%. Il che vuol dire che esportiamo di meno ma guadagniamo di più, ossia mandiamo all’estero vini di maggiore qualità, immagine e valore aggiunto. Aspetti avvalorati anche dal prezzo al litro del vino esportato che passa da 1,75 a 2,05 euro/litro, un livello medio mai raggiunto prima d’oggi. Continuano a sorprendere gli spumanti la cui crescita, nei primi quattro mesi dell’anno, fa registrare +50% rispetto allo stesso periodo del 2007.

Furturo – Un domani pieno di speranze e di concorrenza. Secondo l’Assoenologi è difficile pensare ad un sensibile incremento dei consumi interni e, pertanto, nei prossimi anni lo sviluppo si giocherà sulla capacità di individuare, costruire o conquistare sempre maggiori spazi all’estero. Ma questo non sarà facile visto che i concorrenti stranieri aumentano e con sempre maggiore aggressività. Australia, Cile e Stati Uniti rimangono i nostri più agguerriti competitor. Il vino italiano, come abbiamo visto, piace e pertanto le condizioni per poter consolidare ed accrescere le nostre performance ci sono tutte.

 

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