Bioplastiche, un futuro non inquinante

Chimica Verde Expo 2008, a Roma dal 1 al 4 ottobre, sarà il primo evento fieristico dedicato alla promozione e sviluppo dei prodotti, delle tecnologie di lavorazione, alla ricerca e alle applicazioni industriali delle materie prime di origine vegetale, secondo criteri di ecosostenibilità. Chimica Verde Expo si svolgerà in contemporanea a Egrienergy expo e biofuel expo 2008 nell’ambito di Zeroemission Rome 2008, il grande evento per le energie rinnovabili per il Mediterraneo.

Chica verde bionet – “Chimica verde Bionet” è un’associazione senza fini di lucro che ha lo scopo di promuovere e sviluppare la ricerca e l’applicazione industriale e commerciale di materie prime di origine vegetale, secondo criteri di ecosostenibilità. Ad oggi comprende una ventina di soci tra cui associazioni a carattere nazionale quali ad esempio Legambiente (uno dei soci fondatori), diverse attività imprenditoriali che operano nel campo della chimica verde a livello toscano, nazionale o internazionale, alcuni ricercatori specializzati nelle filiere prese in esame dall’associazione.

Cosa sono – Le bioplastiche o “Plastiche verdi” rappresentano oggi una delle migliori soluzioni all’uso della plastica essendo biodegradabili e quindi non inquinanti, grazie al loro uso si possono infatti produrre piatti, sacchetti, pannolini per bambini, imballaggi, teli per la pacciamatura nei campi e tanto altro ancora. Inoltre possono essere ricavate anche dall’agricoltura creando quindi opportunità per questo settore.

Italia  – L’Italia è uno dei Paesi al mondo leader nella produzione di questi materiali, tuttavia non ci sarebbe un uso appropriato in Italia a causa di una normativa che ancora non è indirizzata in maniera adeguata all’educazione del risparmio nella plastica. Oltre il 60% infatti della produzione viene esportato, mentre il restante 40% è utilizzato per la produzione di materiale per catering. E proprio nelle mense, a partire da quelle scolastiche, può cominciare la scalata all’educazione all’uso delle plastiche biodegradabili. “Già in molte sagre paesane e mense esiste un solo sacco del rifiuto, quello organico e compostabile – spiega Lorenzo D’Avino, di Chimica Verde – permettendo l’eliminazione alla fonte di imballaggi non compostabili, occorre ora capire il miglior sistema per compostare tutto questo”.
 
Numeri – Nel mondo ogni anno sono prodotti 150 milioni di tonnellate di plastica, in Europa 44milioni, e solo in Italia 9 milioni di plastica, che ogni anno deve essere smaltita a costi impressionanti, ma soprattutto con un forte impatto inquinante. Fino ad oggi ciascuno di noi ha consumato 30 kg/anno di plastica, ma le previsioni del nuovo millennio parlano di un potenziale di consumi che ci farà arrivare a 100 Kg/anno pro capite. In un anno i rifiuti di plastiche uccidono oltre un milione di uccelli marini, 100mila mammiferi marini, ma cosa bene più grave la plastica non è biodegradabile e continua ad inquinare.

Una soluzione – L’utilizzo dei biopolimeri in termini di riduzione dell’inquinamento rappresenta una importante soluzione da vari punti di vista. A partire dal risparmio energetico per la loro produzione (fino al 75 in meno di energia e fino all’80% in meno di emissioni gas serra). “ Un esempio concreto di risparmio energetico – dice Stefano Cavallo, European Marketing manager di Ingeo per Natureworks – viene da COOP Italia che nel 2007 ha venduto circa 10 milioni fra piatti e bicchieri usa e getta della linea eco-logici COOP, realizzati in bioplastica Ingeo. Il risparmio di petrolio è stato quantificato in 800 barili e si sono evitate emissioni di CO2 per una quantitá equivalente a quella emessa da 70 auto, con percorrenza media annua di 25,000 km.”

 

Marta Santopolo

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