Bambini sempre più grassi, abitudini alimentari da cambiare

I cereali per la prima colazione dei ragazzi contengono zuccheri, grassi e sale in percentuali molto alte. Troppo per essere presentati come l’alimento sano per il primo pasto della giornata. Ed è così in tutti i mercati, dall’Australia alla Danimarca, dal Perù alle isole Fiji. Lo dimostra un test comparativo realizzato in 32 Paesi dalle associazioni indipendenti di consumatori aderenti a Consumers International. Per l’Italia, Altroconsumo, che ha svolto il test su 20 cereali per la prima colazione dei ragazzi, dai prodotti di marca (Kellogg’s, Nestlé) a quelli con marchio della catena di distribuzione (Auchan, Carrefour, Conad, Coop, Esselunga, Eurospin, Lidl, Standa).

Gli slogan – Dal test emerge anche che ben l’80% dei venti campioni considerati inserisce slogan nutrizionali in bella vista sulle confezioni, le scritte esaltano solo la presenza di vitamine e ferro, elementi nutritivi marginali in questo tipo di prodotto. Anche le etichette andrebbero riviste, le GDA, cioé i valori giornalieri di riferimento, che dovrebbero suggerire quantità di energia e nutrienti per porzione di prodotto rispetto alla quantità da assumere giornalmente, sono riferiti a dosi raccomandate per adulti, non per bambini.

Numeri – Tra i 6 e i 9 anni i bambini sovrappeso o obesi in Italia sono quattro su 10, un primato in Europa. Il 25% dei bambini obesi è già a rischio di malattie cardiovascolari. L’obesità non è una questione estetica, ma medica. Con possibili sviluppi come diabete, rischi cardiaci, tumori. E’ un fatto sotto gli occhi di tutti, i prodotti meno salutari sono spinti aggressivamente grazie a messaggi rassicuranti, personaggi dei cartoons, gadget. Nel 20% dei prodotti del test sono stati inseriti regali, spesso collezionabili.

Campagna pubblicitaria – Altroconsumo lancia per l’occasione la campagna pubblicità che ingrassa, contro le abitudini alimentari scorrette e il marketing aggressivo rivolto ai più piccoli. La campagna si articola attraverso una petizione per chiedere al Governo italiano di adottare paletti e regole per arginare il bombardamento di messaggi verso i minori. L’auto-regolamentazione dell’industria su questo fronte non è più sufficiente. Consumers International s’impegna affinché l’OMS adotti entro il 2009 un Codice di condotta sul marketing degli alimenti e delle bevande non alcoliche rivolto ai minori.

 

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