Sei “S” per rilanciare il vino italiano. La proposta arriva da Confagricoltura attraverso il suo presidente Federico Vecchioni, nel corso dell’incontro a Roma, a Palazzo Della Valle, in cui è stato presentato lo studio “Il vino nel mercato globale”. “La conoscenza dei futuri trend di consumo e di prodotto è uno strumento essenziale per l’attività imprenditoriale e delle strategie d’impresa”.
Le sei “S” – “Il vino, soprattutto all’estero – ha evidenziato il presidente – va proposto con la strategia delle “sei esse”: servizio, semplicità, sostenibilità, salute, sensorialità, sincretismo”.
La ricerca – Nel volume si riportato i risultati della ricerca “Come cambia il rapporto con il vino nella società italiana e nel mondo”, commissionata da Confagricoltura alla Gpf fondata da Giampaolo Fabris, per fornire elementi di conoscenza e strumenti che rendano più facili le decisioni commerciali delle aziende. L’intento dello studio è quello di valutare i trend nazionali ed internazionali che caratterizzano l’evoluzione del rapporto tra consumatori e vini. “Gestione e supporto alle imprese vitivinicole – ha spiegato il presidente di Confagricoltura – potranno essere garantiti solo con una conoscenza approfondita dell’attuale situazione internazionale, caratterizzata da una forte richiesta di servizi, maggiore trasparenza informativa, equilibrio tra domanda e offerta di qualità e di prezzo. Elementi questi che esercitano forti pressioni dei consumatori e dei distributori sul produttore, che deve rispondere attivamente a queste sollecitazioni”.
Più qualità – Dalla ricerca emergono le nuove tendenze dei consumi, che puntano più sulla qualità che sulla quantità (qualità accessibile); che richiedono “semplicità” ovvero un processo che renda il vino un prodotto “accessibile” ad un pubblico di non intenditori. Vino si concilia con salute (il bere moderato) e con “sostenibilità”, intesa sia in termini di attenzione all’ambiente che di consumo etico. In conclusione è richiesto un approccio “sincretico”, in cui confluiscano in una sola forma più funzioni: il vino si configura come un’esperienza “totalizzante”; con una virtuosa contaminazione anche con mondi apparentemente lontani, ma influenti, sull’immaginario sociale e mediale contemporaneo (la moda, il design, l’architettura). Il vino come rappresentazione di uno stile di vita.
Il vino italiano all’estero – Nella seconda parte dell’indagine vengono analizzate le tendenze di sviluppo per il vino italiano all’estero, in particolare in Usa, Russia, Cina, che sono tra i più interessanti mercati di consumo internazionali. Il tipo di vino preferito, analogamente ai consumi, si conferma in tutti e tre i Paesi dell’indagine il rosso. Seguono il bianco, il dolce-liquoroso, lo champagne in Russia e Cina (mentre negli Usa è al sesto posto subito dopo gli spumanti), il rosé e gli spumanti. Rimangono sensorialità e gusti abbastanza diversi rispetto al palato e alla cultura italiana. I sistemi di decodifica sono molto articolati nei tre Paesi. Per cui, ad esempio, facendo scegliere due gusti su sei, risulta che il dolce è particolarmente apprezzato nel campione cinese, i vini giovani/leggeri lo sono di più in Russia, gli aromatici/fruttati/speziati in Usa (seguiti dai dolci). Seguono, significativamente, la scelta del secco/fermo in Russia e Cina, dei corposi/maturi/invecchiati negli Usa e Russia. Le bollicine sono più apprezzate in Russia. I Paesi produttori che nell’opinione del campione producono vini di qualità vedono l’Italia al secondo posto in Russia e Cina e al terzo negli Usa. Al primo posto negli Usa troviamo i vini locali statunitensi, seguiti dai francesi. Ma quasi un 40% del campione non ha saputo rispondere.