Quote latte, le proposte dell’Emilia Romagna

“I beneficiari delle quote aggiuntive di produzione del latte ottenute dall’Italia in sede comunitaria devono essere produttori in regola con i versamenti ed aver aderito alla nuova rateizzazione, qualora il versamento non copra l’intero importo.  Non devono inoltre aver venduto quote e continuato a produrre in esubero”. Sono questi, secondo la Cia Emilia Romagna, i criteri da osservare per l’assegnazione e distribuzione delle quote a conclusione del negoziato sulla Politica agricola europea.

Richieste e proposte – Le proposte che la Cia regionale ha indicato all’assessorato regionale all’Agricoltura  – e confrontato con le Confederazioni delle province produttrici di Parmigiano Reggiano –  riguardano anche l’impegno degli allevatori a non cedere le quote in futuro separatamente dall’azienda oltre alla rinuncia preliminarmente a qualunque tipo di contenzioso con l’amministrazione pubblica. Tra le richieste c’è anche quella che riguarda l’assegnazione delle quote anche a coloro che, in corso di campagna, per regolarizzarsi le hanno acquisite in affitto da terzi. Inoltre la rateizzazione delle multe non pagate dovrà avvenire inoltre all’interno di vincoli ben precisi quali una durata massima non superiore ai 20-25 anni. In Emilia Romagna su 4350 allevatori solo 70 sono soggetti a prelievo e cioè multati per aver prodotto latte oltre la quota assegnata. “L’ aumento della quota nazionale di latte deve essere rapidamente trasferito alle Regioni – conclude la nota della Cia – che provvederanno alla distribuzione agli allevatori nel pieno rispetto delle priorità fissate dalla legge”.

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