Suini: da Reggio parte la rivolta degli allevatori

Cofagricoltura, Cia, Unapros, Aps Piemonte, Assere Assosuini, Assocom, Opas hanno manifestato in occasione dell’apertura della 50° rassegna suinicola internazionale che si svolge dal 16 al 18 aprile a Reggio Emilia, per denunciare, in rappresentanza delle migliaia di imprese che operano nel settore, come fino ad oggi non siano state ancora concretamente avviate gran parte delle iniziative concordate la scorsa estate dal Tavolo nazionale di filiera. Le organizzazioni hanno ribadito la necessità di un’immediata predisposizione di un  piano strategico di settore, mediante l’attivazione di azioni concrete a sostegno di un settore da troppo tempo in gravi difficoltà economiche.

Profondo rosso – L’allevamento suino italiano e’ oggi stretto in una vera e propria  morsa rappresentata  da un lato da  una non adeguata attenzione della pubblica amministrazione  e dall’altra dalla insostenibile pressione esercitata dalle strutture industriali e dalle piattaforme commerciali. Il settore  rischia quindi un drastico  rimensionamento pur essendo un comparto dalle  numerose eccellenze produttive  e uno dei principali  ambasciatori del Made in Italy nel mondo. Ridimensionamento che si risolverebbe ad esclusivo beneficio delle sempre più invadenti produzioni realizzate con materia prima d’importazione.
 
Interventi assenti – Considerato che negli ultimi tempi  non è stato registrato alcuno degli interventi piu’ volte annunciati e non e’ stato fatto alcun  apprezzabile passo in avanti, le rappresentanze promotrici dell’iniziativa sollecitano un nuovo   approccio capace di dare risposte concrete alle esigenze ed alle aspettative dei produttori.

Le richieste – Nel ribadire l’assoluta necessità di operare in tempi stretti, i rappresentanti degli allevatori  sollecitano la predisposizione di un progetto di salvaguardia del settore in cui tutte le componenti in esso coinvolte (dalla pubblica amministrazione alle singole imprese)  si facciano carico, ciascuno per la propria competenza,  di dare una risposta a partire da: la realizzazione di iniziative di  sostegno al reddito delle imprese, ivi compreso la ristrutturazione del debito; introduzione nella normativa un sistema che, valorizzando la tracciabilità già presente negli allevamenti, renda obbligatoria l’indicazione dell’origine delle carni suine  nell’etichettatura dei salumi e delle carni fresche; la revisione, la semplificazione e l’uniformità di applicazione della normativa ambientale a partire da quella dei nitrati; l’immediata valorizzazione della produzione della carne suina italiana GSP a partire dalla rivisitazione  del decreto salumi; la piena  funzionalità della rilevazione dei prezzi , a partire della Commissione Unica  Nazionale; un impegno  sostanziale allo sviluppo del settore suinicolo e più in generale della filiera tipica  mediante l’attivazione di risorse dedicate all’interno del PSN e del PSR e dei contratti di filiera; sostegno alla promozione all’estero degli animali,  carni e dei prodotti di salumeria a marchio DOP e GSP.

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