Isabellon (Val d’Aosta): trasformazione e Fontina Dop tengono in alto la zootecnia

Intervista di agricultura.it all’assessore all’agricoltura della Regione Valle d’Aosta Giuseppe Isabellon.

Assessore Isabellon, come si chiude il 2010 per l’agricoltura nella sua regione? Faccia un breve bilancio.

Da un punto di vista amministrativo, dopo il primo triennio 2007-2009 durante il quale il PSR della Valle d’Aosta 2007-2013 ha visto una lunga fase di implementazione e un lento avvio finanziario, nel 2010 è stata data piena attuazione procedurale, fisica e finanziaria al Programma, grazie soprattutto alla risoluzione delle problematiche tecniche (legate in gran parte all’allineamento dei dati anagrafici e catastali fra il sistema informativo regionale SIAR e quello nazionale SIAN) e all’affinamento dei dispositivi applicativi relativi ad alcune misure, che hanno permesso un regolare flusso finanziario.
In termini procedurali, diversi atti deliberativi sono stati approvati a completamento del quadro normativo necessario per l’attuazione del Programma, come il regime di Condizionalità e la modifica di alcuni criteri applicativi relativamente al prepensionamento e all’insediamento dei giovani agricoltori. Per quanto riguarda l’asse 3, Qualità della vita e diversificazione, è stato dato l’avvio al bando  che consente l’erogazione di contributi alle aziende agricole per la realizzazione di impianti fotovoltaici, mentre nell’ambito dell’Asse 4, Approccio Leader, è stata approvata l’istituzione dei GAL (Gruppi di Azione Locale) e dei relativi PSL (Piani di Sviluppo Locale). Poche settimane fa si è svolto a Bruxelles l’annuale incontro bilaterale tra l’Autorità di Gestione del PSR e la Commissione europea, dal quale è emersa l’ottima performance della Valle d’Aosta, che ha erogato sinora contributi cofinanziati per oltre 40 milioni di euro, risultato che scongiura ogni rischio di disimpegno automatico dei fondi da parte dell’Unione europea. Per fronteggiare la crisi economica, la nostra Regione è intervenuta a sostegno degli agricoltori con interventi anticrisi. Sia nel 2009 che nel 2010 sono stati concessi aiuti per un milione di euro a favore delle aziende operanti nel settore della trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli. Un importante sostegno agli agricoltori in difficoltà a causa dell’attuale crisi economica e finanziaria è stato dato, poi, attraverso l’approvazione del Programma regionale di igiene e benessere animale, che ha concesso aiuti per circa 5 milioni di euro.

La Conferenza delle Regioni e Province Autonome ha recentemente presentato un documento unitario sulla riforma della PAC: quali sono le aspettative principali dalla prossima Politica Agricola Comune per la Valle d’Aosta?

Nei mesi scorsi, i servizi competenti del Dipartimento agricoltura hanno esaminato con attenzione le susseguenti bozze dei documenti comunitari e nazionali recanti proposte per il futuro della PAC post 2013. In merito alle proposte presenti sia nel position paper della Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome, sia nel documento pubblicato in precedenza dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, esprimiamo un parere complessivamente positivo, anche se rileviamo l’assenza di proposte specifiche per l’agricoltura ed i territori di montagna. Anche per questo motivo, lo scorso 14 ottobre, assieme ad altri rappresentanti di alcune Regioni dell’arco alpino (Baviera, Friuli Venezia Giulia, Alto Adige, Tirolo, Trentino, Vorarlberg, Baden-Württemberg, Salisburgo), si è svolto un incontro politico per elaborare una linea comune da presentare al Commissario Cioloş prima della pubblicazione della Comunicazione sul futuro della PAC che la Commissione europea ha pubblicato il 19 novembre scorso. A tal fine, all’incontro di ottobre ha fatto seguito una riunione tecnica per definire una serie di proposte specifiche per l’agricoltura di montagna, quali:
– mantenere l’indennità compensativa nell’ambito dello sviluppo rurale (2° pilastro), garantendo la possibilità di aumentare l’attuale livello superiore medio;
– continuare ad erogare l’indennità anche agli agricoltori di montagna a tempo parziale;
– introdurre un premio accoppiato per i ruminanti al fine di garantire la sopravvivenza dell’attività di allevamento, fondamentale per il mantenimento dell’agricoltura di montagna;
– prevedere un innalzamento almeno al 75% dell’intensità di aiuto per gli investimenti edilizi;
– prevedere un contributo per i costi di raccolta dei prodotti agricoli, più elevati nelle zone di montagna.
Accanto a queste proposte molto puntuali, che i rappresentanti politici delle suddette Regioni ritengono molto importanti, vi è la richiesta di carattere generale di non stravolgere l’attuale impianto della politica comunitaria, e di mantenere – se non aumentare – il grado di decisione a livello regionale, al fine di intervenire in maniera coerente nella risoluzione dei problemi delle specifiche realtà.

Quali sono le principali criticità e gli attuali punti di forza del settore nella sua regione?

Per quanto riguarda il settore zootecnico, negli ultimi anni abbiamo mantenuto il numero dei capi bovini allevati, pur con una diminuzione delle aziende zootecniche, il che dimostra che questo settore è trainante nell’agricoltura valdostana. Grazie agli interventi nel settore della trasformazione lattiero-casearia e alla produzione soprattutto di Fontina Dop, le nostre aziende hanno, per il conferimento del latte, un ricavo superiore alla media nazionale. Il settore vitivinicolo è quello che ha avuto in termini relativi, negli ultimi dieci-quindici anni, la maggiore espansione, sebbene in questi ultimi tempi abbia iniziato a risentire, a livello commerciale, delle questioni legate al drastico abbassamento del tasso alcolico consentito alla guida. Un dato interessante, per la nostra regione, è quello che quantifica in circa il 50% delle superfici vitate quelle destinate alla produzione di vino di qualità. Nel complesso si osserva, da parte dei nostri agricoltori, l’emergere di un generale interesse verso le coltivazioni minori (piante officinali, piccoli frutti) e gli allevamenti non bovini (aumento del comparto ovicaprino), nonché verso la diversificazione (fattorie didattiche, agrinido). Va ricordato che la Valle d’Aosta è terra di forti tradizioni profondamente radicate. La pratica agricola, per i nostri allevatori, spesso non è considerata solo lavoro, ma anche passione. Nella nostra regione si svolge un nutrito calendario di eventi e rassegne legate al mondo zootecnico, primo fra tutti il concorso delle batailles de Reines, i combattimenti incruenti tra bovine, che per la sua unicità richiama molto interesse anche al di fuori del nostro territorio. Altro punto di forza deriva sicuramente dall’ottima qualità delle nostre produzioni agroalimentari e vitivinicole, nella valorizzazione e promozione delle quali l’Amministrazione regionale concentra molti sforzi, con buoni risultati in termini di attrattiva turistica. Le criticità dell’agricoltura valdostana sono legate principalmente alla morfologia del nostro territorio, interamente montuoso, con forti pendenze e difficoltà di accesso, e alla parcellizzazione dei terreni.

Infine, dia un voto da 0 a 10 allo stato di salute dell’agricoltura della Valle d’Aosta.

Preferirei non esprimermi in termini di voti. Compatibilmente con le difficoltà dovute alla crisi generalizzata, credo di poter dire che il settore agricolo sia ancora, nella nostra regione, tra quelli che possiamo definire “in salute”.

Speciale bilancio 2010 con gli assessori regionali

agricultura.it

 

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