Cozze tarantine a rischio, si cercano nuovi spazi per l’allevamento

A rischio le cozze tarantine che devono difendersi dall’attacco delle sostanze cancerogene sprigionate da fumi, polveri e gas dell’area industriale. Nessun allarmismo, ma intanto l’Asl ha disposto il blocco al prelievo e alla vendita delle cozze provenienti dal primo seno del Mar Piccolo, che rappresentano circa un terzo della produzione.

Le richieste – Proprio per ovviare a queste criticità del settore il Comune di Taranto sta sollecitando Arpa, Asl e Cnr a individuare al più presto gli spazi utili in Mar Grande e nel secondo seno del Mar Piccolo per trasferirvi gli allevamenti di mitili che nel primo seno del Mar Piccolo hanno dovuto bloccare la propria produzione perché contaminata dalla somma di diossine e pcb.

La vicenda – Dai prelievi effettuati il 13 giugno scorso è emersa una concentrazione di sostanze inquinanti fuori norma. La somma di diossina e pcb (policlorobifenili) ha infatti sforato la soglia consentita che è di 8 picogrammi per grammo di prodotto, attestandosi su un valore medio di 10,5. Valori più alti per il pcb, mentre quelli relativi alla diossina (che devono rientrare nei 4 picogrammi) sono nella norma. Le analisi non riguardavano i mitili di allevamento su palo e su galleggiante long-line, che godono di una situazione presumibilmente migliore, in quanto non poggiano sul fondale. La diossina, fu spiegato, non è idrosolubile, ma può essere assorbita dai molluschi se i fondali inquinati vengono smossi. Lo scopo delle indagini, ovviamente, è quello di puntare alla tutela del mare e non di penalizzare i mitilicoltori, che devono essere messi nelle condizioni di svolgere le loro attività in un ecosistema non inquinato e non contaminato. I prelievi dello scorso 13 giugno rientrano nel piano straordinario di monitoraggio della diossina nei mitili, partito a febbraio di quest’anno.
A firmare, in via precauzionale, l’ordinanza di blocco temporaneo e prelievo e movimentazione dei mitili, è stato il direttore del Servizio veterinario di igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dell’Asl, Teodoro Ripa.

Campionamenti continui – Ad oggi dovranno essere intensificati i campionamenti (due al mese) e dovranno anche essere messi in moto maggiori controlli perché ci sia la garanzia assoluta per tutti che i mitili del primo seno non siano raccolti, né venduti, in attesa poi di capire con l’esito degli ulteriori esami cosa farne. Ma sembra certo che si tratterà di distruggere quintali e quintali di mitili e smaltire quei rifiuti in modo corretto. Il resto del prodotto del secondo seno di Mar Piccolo e di Mar Grande, è però sicuro ed a norma. Non ci sono problemi e questo dovrà essere certificato dal marchio di qualità che il Comune dovrà predisporre per identificare la tracciabilità e contrassegnare la qualità stessa. Il problema contestuale da affrontare è quello del sostegno ai mitilicoltori completamente danneggiati dal blocco delle attività ed anche a coloro che indirettamente stanno subendo il contraccolpo per un calo delle vendite che si attesta almeno al 50%.

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