Emilia Romagna, un programma per tutelare allevamenti suini

Tutte le novità che riguardano il benessere dei suini in allevamento al centro del convegno organizzato a Bologna da Agrifarm, ente di ricerca, in collaborazione con Confagricoltura Emilia Romagna, Cia e con il patrocinio della Regione Emilia Romagna.  Esperti, tecnici e imprenditori zootecnici ne hanno discusso in modo approfondito e stimolante davanti ad una platea interessata a conoscere le novità introdotte dal Decreto legislativo n.122 del 7 luglio 2011, che prevede una serie di obblighi per gli allevamenti suini da implementare entro il 1 gennaio 2013 e gli aspetti economico-gestionali che ne derivano. “Una gestione rigida del provvedimento rischia di provocare una ulteriore riduzione o chiusura degli allevamenti – hanno ribadito Cia e Confagricoltura –in una regione dove la filiera della salumeria è tra le più importanti d’Europa”. Al Convegno hanno partecipato in qualità di relatori: il Presidente di Agrifarm, Guido Zama, il vicepresidente di Cia Emilia Romagna Ivan Bertolini, il direttore Produzioni Animali della Regione Emilia Romagna Davide Barchi, il responsabile Benessere Animale della Regione Emilia Romagna Giuseppe Diegoli, Paolo Rossi e Kees de Roest del Centro Ricerche Produzioni Animali (Crpa). Poi il contributo di due imprenditori: l’ing. Carlo Andrea Sartori che ha esposto le modifiche apportate ad una scrofaia già esistente e William Stefani che ha trattato della costruzione ex novo di una scrofaia per la stabulazione in gruppo.  La mattinata si è conclusa con l’esposizione tecnica di Oriol Ribò, Team Leader Animal Welfare di EFSA, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare con sede a Parma, che ha ricordato come l’Ente sia sempre disponibile ad ascoltare il parere degli stati membri sulle Direttive per apportare i necessari correttivi e che il metodo di lavoro adottato è improntato all’oggettività scientifica e alla massima indipendenza.

Risultati – Soddisfazione per il successo dell’iniziativa da parte del presidente regionale di  Confagricoltura, Guglielmo Garagnani, e il vice vice presidente Cia Emilia Romagna, Ivan Bertolini che hanno rimarcato l’importanza di “un accesso al credito più semplice per le aziende che vogliono investire per l’adeguamento delle strutture e scommettere sul futuro, una maggiore omogeneità della normativa che rispetti la trasversalità delle esigenze nonché un’attenzione più alta degli enti locali alle richieste delle imprese agricole perché nel loro sviluppo sta la capacità di creare forza lavoro e maggiore economia”. Da qui poi la proposta di creare un apposito Registro al quale le imprese suinicole possano iscriversi per impegnarsi a programmare gli adeguamenti nel rispetto della normativa comunitaria ma in un lasso di tempo tale da consentire agli imprenditori di ammortizzare i costi strutturali.

I numeri del comparto – Secondo le stime ufficiali gli allevamenti suinicoli in Emilia Romagna (2010) sono 1.259 per un totale di capi pari a 1.236.214. In particolare a Reggio Emilia, prima in regione, ci sono 279 allevamenti per oltre 307.064 suini, Modena 241 allevamenti per 336.712 capi, Parma ne conta 151 per 146.684 capi, a Forlì gli allevamenti sono 108 con un totale di capi pari a 48.567, Rimini registra 54 allevamenti per 10.360 suini e Bologna con 52 allevamenti e 21.349 capi.  La produzione lorda vendibile di carni suine in Emilia Romagna (2010)  ha un  valore complessivo di 289 milioni di euro.  Un calo si è registrato nella produzione a peso vivo dei suini in regione passati da 251 mila tonnellate del 2005 alle 232mila tonnellate del 2010. Ma il patrimonio suinicolo emiliano romagnolo resta in percentuale molto significativo rispetto a quello italiano e pari al 17,6 %. I dati Ismea hanno confermato che nella spesa domestica agroalimentare in Italia, il 9,3% carni riguarda gli acquisti di carni suine e salumi

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