Stefàno, proposta di nuova Pac mortifica l’agricoltura mediterranea

“La proposta di riforma della Politica Agricola Comunitaria presentata ieri dal Commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos, appare inadeguata rispetto alle grandi sfide che i nostri agricoltori e i territori rurali hanno di fronte”.  Netto il giudizio del coordinatore della Commissione Politiche Agricole nazionale Dario Stefàno, sintetizzando la preoccupazione di tutti gli assessori all’agricoltura d’Italia per una riforma che “contrariamente a quanto richiesto da tutto il sistema agricolo italiano sembra orientata a premiare le "rendite" piuttosto che gli "agricoltori veri". “Le parole del Commissario Ciolos – spiega Stefàno – ci avevano inizialmente dato l’illusione di ricevere un testo dai contenuti ambiziosi, capace di sostenere un settore sempre più esposto ai rischi di un mercato altalenante e che comprime sempre più i margini degli imprenditori agricoli. Così come le rassicurazioni del Ministro Romano che anticipavano possibili cambiamenti in positivo dell’ultima ora. Invece, la proposta che ci è stata consegnata aggrava le preoccupazioni della vigilia, che da tempo cerchiamo di rappresentare al Governo nazionale e che già presagivano dover scontare una insufficiente autorevolezza del nostro Paese in ambito europeo: nessuna novità sul fronte degli interventi per la gestione delle crisi di mercato, nessuno strumento concreto per accompagnare e sostenere i comparti e i territori che più di altri soffriranno il passaggio verso un nuovo sistema di pagamenti diretti”.

Differenze territoriali – “La Commissione – prosegue il coordinatore – sembra ignorare le differenze territoriali che caratterizzano la realtà europea, penalizzando soprattutto i sistemi agricoli dell’area mediterranea, di cui si trascurano i tratti peculiari: dall’apporto del fattore lavoro al valore  ambientale e paesaggistico delle sue colture più tradizionali. Il tutto condito da una riduzione delle risorse che per il nostro Paese é di circa il 7% per i pagamenti diretti e da una riorganizzazione del pagamento unico che appare complessa e destinata ad incrementare il già pesante carico burocratico dei nostri agricoltori. Soprattutto riguardo a quella che é definita come "componente verde", le pratiche da seguire e il sistema dei controlli che dovrebbe accompagnarle appaiono farraginose”.

Temi caldi – “Non solo, – incalza Stefàno – gli impegni individuati dalla Commissione a carico degli agricoltori ignorano temi cari all’agricoltura mediterranea, come il risparmio idrico e non tengono in nessuno conto il contributo ambientale che può essere dato da colture come vino, olivo, alberi da frutta. Infine, i margini concessi agli Stati membri per gestire le situazioni di sofferenza che inevitabilmente accompagneranno l’implementazione della nuova PAC, sono insufficienti. Le risorse disponibili per l’aiuto accoppiato, così come proposte dalla Commissione, appaiono del tutto inadeguate a tamponare eventuali situazioni di crisi. E le maglie della flessibilità troppo strette per assicurare interventi coerenti con uno scenario in continuo mutamento. La proposta della Commissione doveva garantire il duplice obiettivo di garantire maggiore competitività e meno inquinamento: questa proposta sembra invece andare nella direzione di "meno opportunità e più burocrazia”. 

Governo si attivi – “Ora – conclude l’Assessore Stefàno –  tocca al Governo nazionale attivarsi affinché Consiglio e Parlamento Europeo possano correggere il tiro per andare incontro alle aspettative degli agricoltori e dei cittadini italiani. Il Sistema delle Regioni, ancora una volta, ha messo nelle mani del Ministro un documento unitario e la disponibilità a supportarne il lavoro nel negoziato europeo, anche attraverso la presenza di una congrua rappresentanza nella delegazione italiana. L’auspicio è che, almeno questa volta, la nostra disponibilità non sia  mortificata e non venga letta come lesa maestà ad una rappresentanza del sistema agricolo nazionale in ambito europeo, vissuta sin qui con uno spiccato senso di esclusività e che ha prodotto risultati assai modesti”.
 

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